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Annata buona per il melone precoce, ottimo anche contro il caldo

«I tempi lunghi di maturazione hanno sviluppato maggiormente la parte zuccherina del frutto», ha spiegato un produttore di Gazzo Veronese. E Coldiretti Verona chiede ai consumatori di privilegiare i prodotti a km 0

L'arrivo improvviso del caldo in questi primi giorni di giugno, dopo un maggio piovoso e freddo, ha fatto aumentare il rischio di malesseri, cali di pressione o raffreddori. E la Coldiretti Verona consiglia di difendersi con una corretta alimentazione, consumando frutta di stagione come melone, ciliegie e albicocche; frutta rinfrescante, ricca di vitamine e sali minerali.
Ed è vero anche che il caldo di questi giorni ha favorito la maturazione della frutta, in ritardo a causa del freddo e delle precipitazioni, rendendola più dolce e gustosa.

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(I meloni offerti agli alunni)

Il melone è stato offerto martedì scorso, 4 giugno, come esempio di cibo ideale "spezzafame" ai circa duecento ragazzi delle classi seconde di quattro scuole secondarie di primo grado di Verona e provincia, che hanno partecipato al concorso sulla merenda "Amica della Terra". I ragazzi, accompagnati dai loro insegnanti, hanno presentato la loro merenda ideale, con nome, logo e modalità di confezionamento a una giuria di esperti nelle tematiche della nutrizione, gastronomia, marketing e comunicazione, agricoltura e sostenibilità.
«Quest'anno la qualità del melone precoce è molto alta - ha affermato Riccardo Bonfante, produttore di Gazzo Veronese e presidente sezionale di Coldiretti - poiché i tempi lunghi di maturazione hanno sviluppato maggiormente la parte zuccherina del frutto. Purtroppo, noi produttori rileviamo poca attenzione da parte de gli operatori commerciali tanto che i consumatori rischiano di trovare con più facilità meloni stranieri provenienti da Marocco, Senegal e Spagna piuttosto che locali».

I nostri prodotti - ha concluso Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Verona - rappresentano la cultura agricola veronese ma anche una scelta sostenibile poiché non sono soggetti a lunghi tempi di trasporto, durano di più, scongiurando gli sprechi dovuti soprattutto alla deperibilità del prodotto tanto che si stima che quasi un frutto su quattro finisce nel bidone nel percorso dal campo alla tavola.

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