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Coldiretti Verona: «Al via in Ue la commercializzazione di insetti come alimenti, una minaccia per made in Italy»

Critiche e scetticismo espresse da Coldiretti, mentre vi è chi evidenzia i «chiari vantaggi ambientali ed economici nel sostituire le fonti tradizionali di proteine animali con quelle che richiedono meno mangime, producono meno rifiuti e provocano meno emissioni di gas serra»

«Al via da oggi in Ue la commercializzazione come nuovo alimento di larve del verme della farina minore (Alphitobus diaperinus) congelate, in pasta, essiccate e in polvere». Lo annuncia una nota di Coldiretti Verona che poi evidenzia: «Il loro utilizzo è permesso in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato ma anche nei preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne e nelle minestre».

Secondo quanto viene spiegato da Coldiretti Verona, si tratterebbe di «una novità che fa seguito al via via libera anche al grillo domestico (Acheta domesticus), alla larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e alle cavallette (Locusta migratoria) per uso alimentare umano, ed altre domande sono in lista di attesa». Come precisato dalla stessa nota di Coldiretti Verona, «si tratta peraltro di alimenti che sono stati oggetto di valutazione dell’Efsa, l’autorità alimentare europea che però - precisa la Coldiretti - nel suo parere scientifico ha rilevato che il consumo di questi insetti può causare reazioni allergiche nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere». 

Ermolaos Ververis, chimico ed esperto Efsa in scienza degli alimenti che ha coordinato l’elaborazione del primo parere adottato su insetti usati come nuovi alimenti, aveva poi dichiarato: «Gli insetti sono organismi complessi, e ciò rende problematica la caratterizzazione della composizione dei prodotti alimentari da essi derivati. Comprenderne la microbiologia è di fondamentale importanza, considerato anche che si consuma l'insetto intero». 

Giovanni Sogari, ricercatore in ambito sociale e consumeristico all'università di Parma, aveva commentato: «Ci sono ragioni derivanti dalle nostre esperienze sociali e culturali, il cosiddetto "fattore disgusto", che rendono il pensiero di mangiare insetti repellente per molti europei. Con il tempo e l'esposizione tali atteggiamenti potranno mutare». Mario Mazzocchi, esperto di statistica economica e docente presso l'università di Bologna, a sua volta aggiungeva: «Ci sono chiari vantaggi ambientali ed economici nel sostituire le fonti tradizionali di proteine animali con quelle che richiedono meno mangime, producono meno rifiuti e provocano meno emissioni di gas serra. L'abbassamento di costi e prezzi potrebbe migliorare la disponibilità di alimenti, mentre la nuova domanda creerà nuove opportunità economiche, che potrebbero però interferire con i settori esistenti».

Alcune considerazioni di merito sull'argomento sono state fatte direttamente anche dallo stesso presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini: «Questi prodotti al momento non sembrano interessare i consumatori europei e soprattutto gli italiani che, per la grande maggioranza, non porterebbero mai a tavola gli insetti, considerati estranei alla cultura alimentare nazionale: il 54% è infatti contrario agli insetti a tavola, mentre è indifferente il 24%, favorevole il 16% e non risponde il 6%, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe».

Il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini quindi aggiunge: «In questo contesto a preoccupare è soprattutto la diffusione in Europa dei sistemi di etichettatura nutriscore e a semaforo, fuorvianti, discriminatori ed incompleti, che finiscono per escludere dalla dieta, paradossalmente, alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta». In conclusione, la nota di Coldiretti Verona sottolinea che «una corretta alimentazione non può prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei paesi del "terzo mondo" come in quelli sviluppati e, a questo principio, non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea».

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