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Mercato del lavoro: segnali di ripresa nell'analisi della Cisl Verona, ma «serve un nuovo patto pubblico-privato»

«Chiediamo all’amministrazione comunale di Verona di farsi parte attiva per la convocazione di un tavolo di analisi al fine di governare il delicato momento con tutte e le parti sociali ed istituzionali», afferma il segretario generale della Cisl Verona

«Pur registrando una situazione ancora condizionata da forte incertezza, le tendenze positive registrate nel mercato del lavoro locale contestualmente all’uscita dall’emergenza sanitaria e al progressivo allentamento delle misure poste a contrasto della pandemia hanno velocemente incentivato il recupero dei livelli occupazionali in terra scaligera». Lo afferma il sindacato Cisl Verona a seguito di un'analisi condotta sulla situazione lavorativa nella nostra provincia.

Nella nota di presentazione dell'indagine condotta dalla Cisl Verona quindi si legge: «Ciò nonostante, fin da subito, sono emerse alcune peculiari tendenze o criticità che, in modo trasversale, hanno contraddistinto la fase di crescita e sulle quali si è già portato l’attenzione: le conseguenze di una ritrovata dinamicità del mercato del lavoro, ancora contraddistinta da una forte domanda di rapporti a termine e tra i cui effetti si colloca anche il fenomeno del particolare aumento delle dimissioni registrato nel corso dell’ultimo anno; le crescenti difficoltà di incontro domanda-offerta per via delle trasformazioni in atto; la sempre più concreta carenza di lavoratori e l’emergere di problemi non trascurabili relativamente alla forza lavoro che invecchia».

Scendendo più nel dettaglio, la Cisl Verona elenca alcuni dati: «Nel corso del 2021 le assunzioni sono state poco meno di 184mila, il 15% in più rispetto all’anno della pandemia, ma ancora il 6% in meno sul 2019. Il saldo occupazionale di fine anno è stato invece particolarmente positivo (+11.300) segnando un importante balzo in avanti delle posizioni di lavoro in essere. Il primo trimestre del 2022 fa registrare un ottimo risultato sia per quanto riguarda la dinamica delle assunzioni sia nel bilancio occupazionale, in entrambi i casi al di sopra dei livelli raggiunti nel medesimo trimestre degli anni precedenti. Tendenza confermata anche nei dati provvisori riferiti al primo semestre dell’anno».

Per quanto riguarda i «due osservati speciali», ovvero agricoltura e turismo, la nota della Cisl Verona aggiunge: «Nel primo trimestre 2022 in agricoltura  7.825 assunzioni (8.660 assunzioni nel primo trimestre 2021 - 835); nel primo trimestre 2022 nel turismo boom di 26.535 assunzioni (15.090 nel primo trimestre 2021 +11.445).  Il mercato del lavoro veronese, per via della peculiare domanda di lavoro espressa da due dei principali ambiti occupazionali del territorio, agricoltura (più in generale i comparti della filiera agricola) e comparto turistico, continua a caratterizzarsi per un’elevata presenza di rapporti di lavoro a termine e dal susseguirsi di ricorrenze stagionali, in cui si alternano esperienze lavorative e, più o meno prolungati, periodi di disoccupazione».

Il segretario generale della Cisl Verona, Giampaolo Veghini, commentando il report dedicato al lavoro nella nostra provincia, ha detto: «I dati mostrano un consolidamento della tendenza a superare i livelli occupazionali registrati nel 2019. Dobbiamo fare molta attenzione però ai segnali di rallentamento se non di decrescita in alcuni settori come quelli dell’agricoltura, strategico per il nostro territorio e che soffre della carenza di manodopera. Il turismo è connotato da un pieno recupero della flessione registrata durante la pandemia ed il terziario che si dimostra essere il comparto di traino. Al netto delle assunzioni e delle stabilizzazioni nel settore dell’istruzione la maggior parte dei contratti (il 42%) sono a tempo determinato e in somministrazione: questo significa che se si dovesse aggravare la congiuntura a causa della guerra, dell’inflazione e della difficoltà di reperimento delle materie prime sarebbero posizioni di lavoro perse in quei settori già colpiti: manifatturiero “energivoro” e tessile in particolare».

Lo stesso Giampaolo Veghini ha quindi aggiunto: «È proprio questo il momento di prendersi le proprie responsabilità e decidere: per Verona e la sua provincia urge un grande "Patto per il Lavoro" e l’inclusione sociale che metta a sistema attori sociali, imprese, non-profit che attraverso le risorse creino un "modello Verona", pubblico-privato, sui temi del lavoro e della formazione. Chiediamo all’amministrazione comunale di Verona di farsi parte attiva per la convocazione di un tavolo di analisi al fine di governare il delicato momento con tutte e le parti sociali ed istituzionali. Per la Cisl il nuovo art. 18 deve essere il diritto soggettivo alla formazione e riqualificazione professionale, ovvero politiche attive. Un diritto permanente a vedersi accompagnare nell’apprendere nuove competenza in un mercato del lavoro caratterizzato da forte innovazione tecnologica e riorganizzazione delle catene del valore».

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