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Economia Centro storico / Piazza Bra

Caro governo, mala tempora currunt...lo dice la Cgia: servono 45 miliardi, adesso. Verona tra le poche province in crescita

Entro dicembre secondo la Cgia bisognerà impiegare 70 miliardi di euro, di cui 35 solo per dimezzare l'impatto del caro bollette. Il nuovo esecutivo può contare su un "tesoretto" di 25 miliardi, ma ne servono altri 45. Verona con segno positivo nel 2023

«È in arrivo uno degli inverni più difficili degli ultimi 50 anni. Per salvare i bilanci delle famiglie e delle imprese, infatti, sarà necessario impiegare entro la fine dell’anno almeno 70 miliardi di euro».  A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che in una nota poi specifica come di questi 70 miliardi di euro, ben 35 serviranno solo «per dimezzare il caro bollette», mentre di altrettanti vi sarà bisogno, con la legge di Bilancio 2023, «per non far decadere dal prossimo gennaio alcune misure introdotte dal governo uscente».

Insomma, la Cgia di Mestre non ci gira troppo intorno: «La situazione è critica - si legge nella nota diffusa le scorse ore - il nuovo esecutivo dovrà fare l’impossibile per recuperare tutte queste risorse senza ricorrere ad un aumento del deficit, visto che, al massimo, potrà beneficiare su un "tesoretto" che potrebbe toccare i 25 miliardi di euro. Se non riuscirà a recuperarne altri 45, - precisa l'Ufficio Studi della Cgia - rischiamo un 2023 molto complicato. Secondo le ultime previsioni, infatti, ben 6 province su 10 registreranno una crescita negativa».

Da questo punto di vista, magra consolazione, la provincia di Verona è una delle poche a salvarsi. In un contesto dove le previsioni economiche sono certamente complicate da farsi a causa delle tante incertezze, sul piano nazionale si prospetta comunque nel 2023 un Pil «pari a zero». A livello di differenze provinciali, le stime di crescita evidenziate dalla Cgia con segno positivo riguardano davvero poche realtà locali. Tra queste vengono segnalate Roma, Belluno, Viterbo, Fermo e Bari (tutte con il +0,3 per cento), Venezia, Foggia e Modena (con il +0,4 per cento), Cremona, quindi Verona e Bologna (con il +0,5 per cento), infine Salerno e Savona (entrambe con il + 0,6 per cento).

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