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Economia Villafranca di Verona / Strada Statale 62

«Soci pubblici confermino la loro quota nel Catullo per l'interesse di tutti»

Lo chiede Renato Della Bella, presidente di Apindustria Confimi Verona, ma anche la politica locale teme una svendita ai privati. Intanto, Unioncamere Veneto mostra l'impatto del coronavirus negli spostamenti aeroportuali e nell'interporto

Logistica e trasporti, due dei settori maggiormente colpiti dall'emergenza coronavirus. Nel 2020 gli effetti delle misure restrittive introdotte per contenere la diffusione del virus hanno prodotto una caduta dell'attività industriale, commerciale e turistica unica nella storia. E nell'ambito delle attività dell'Osservatorio sui trasporti, le infrastrutture e la logistica del Nordest, Unioncamere del Veneto ha fornito una fotografia sui flussi di traffico dell'anno appena concluso. Una fotografia che include anche il Polo Aeroportuale del Nordest, di cui fa parte l'aeroporto Catullo di Verona.

L'anno scorso, il Catullo è rimasto chiuso durante il lockdown dal 13 marzo al 15 giugno, ha perso 71,4% dei passeggeri ed il 64,8% dei movimenti aerei. Anche il settore delle merci ha registrato un calo significativo (-77,6%). E con un'inversione storica, il primo mercato dello scalo è stato quello domestico, che ha pesato per il 59% sul traffico totale, a fronte di un 37% nel 2019.
Anche gli interporti hanno pagato il lockdown, ma avendo garantito il servizio operativo in maniera continuativa, è stato possibile contenere il calo dell'attività. Nonostante la pandemia, nell'interporto di Verona il Covid ha inciso, ma con una decrescita limitata ad un -9% rispetto al 2019.

Di fronte a dati come quelli diffusi da Unioncamere Veneto, è scontato riconoscere che il Catullo ha bisogno di rilanciarsi. Anche perché l'aeroporto è un «asset fondamentale per il futuro delle aziende scaligere e per la ripartenza dell'industria una volta che sarà sconfitto il Covid», ha ribadito Renato Della Bella, presidente di Apindustria Confimi Verona. Il rappresentante di un'associazione che riunisce alcune piccole e medie imprese del territorio ha chiesto un cambio di passo. «È assolutamente necessario - ha dichiarato Della Bella - avviare un trasparente dibattito sulle diverse visioni riguardo alla Verona di domani. Solo dopo avere delineato il percorso che definisca i driver di sviluppo, crescita e opportunità sarà necessario decidere sulla governace dell'aeroporto. E auspico che i soci pubblici, presenti nel Catullo attraverso la società Aerogest, decidano di confermare la loro quota per creare le condizioni per sedersi al tavolo con i soci privati e ridefinire le condizioni di gestione. Si tratta di fare esperienza di quanto non ha funzionato nel recente passato, riscrivendo nuovi patti parasociali che pongano chiaramente le regole del gioco nel legittimo interesse del socio privato, ma anche e soprattutto nell’interesse della collettività».

Ed il monito proveniente da Apindustria Confimi Verona è lo stesso espresso da diverse forze politiche locali, le quali temono che l'attuale situazione sia favorevole al socio privato (Save), che potrebbe prendere il controllo totale dell'infrastruttura a discapito delle istituzioni pubbliche. E tra queste istituzioni pubbliche c'è anche il Comune di Verona, dove è sempre più pressante la richiesta al sindaco Federico Sboarina di partecipare all'aumento di capitale dell'azienda di gestione del Catullo.

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