Cattolica Assicurazioni, prima udienza del ricorso contro l'aumento di capitale
I contrari ritengono che ci siano «numerosi e gravi vizi di merito che inficiano la delibera» e quindi ne chiedono l'annullamento. Una richiesta «priva di ogni fondamento» per il gruppo assicurativo veronese
Si è preso del tempo per decidere il giudice che ieri, 17 agosto, ha tenuto l'udienza nel Tribunale delle imprese di Venezia per discutere del ricorso presentato da alcuni soci di Cattolica Assicurazioni. Questi soci hanno impugnato l'esito dell'assemblea straordinaria del 27 giugno scorso con cui il gruppo assicurativo veronese ha dato il via libera all'aumento di capitale. Un aumento di capitale a cui ha fatto seguito un'altra assemblea dei soci in cui è stata votata favorevolmente la trasformazione di Cattolica Assicurazioni da cooperativa a società per azioni. Un'operazione propedeutica all'accordo con la triestina Generali, la quale sarebbe pronta ad investire centinaia di migliaia di euro per acquisire una bella fetta del pacchetto azionario di Cattolica.
Una parte dei soci, riunita in un unico soggetto ribattezzato Casa Cattolica, si è opposta e continua ad opporsi all'intera operazione, ritenendo che sussistano «numerosi e gravi vizi di merito che inficiano la delibera di delega per l'aumento di capitale di 500 milioni di euro, per buona parte riservato a Generali senza diritto di opzione». Per questo la delibera è stata impugnata ed i legali di Casa Cattolica hanno chiesto al giudice di annullare l'assemblea del 27 giugno. Un'assemblea a cui è stata data attuazione dal cda di Cattolica con un provvedimento del 4 agosto scorso. Un provvedimento che sarà anch'esso impugnato da Casa Cattolica, per chiederne la nullità.
«Prive di ogni fondamento» sono state ritenute dai legali di Cattolica Assicurazioni le richieste contenute nel ricorso di Casa Cattolica.