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L'export in Russia vale 7 miliardi, le importazioni quasi il doppio: «In fumo investimenti di tante aziende veronesi»

Il presidente di Casartigiani Verona: «Le aziende veronesi esportano molto verso Mosca e adesso sono in difficoltà, bisogna costruire nuove strategie commerciali»

L’inasprirsi della guerra sta mettendo in ginocchio le imprese, non solo per quanto riguarda i crescenti costi dell’energia, ma anche relativamente ai numeri dell’export. È quanto segnala, tra gli altri, anche Casartigiani Verona. Secondo i dati di vari istituti di statistica, infatti, sono «oltre 15mila le imprese italiane che esportano in Russia». Si tratta di «aziende che in totale contano oltre 23mila dipendenti ed è questo il tessuto imprenditoriale italiano più esposto agli effetti economici della guerra». Per cercare di correre ai ripari il ministero dello Sviluppo Economico ha messo in piedi una task force per valutare gli eventuali contraccolpi del conflitto sulle filiere e sui prezzi, ma questo purtroppo difficilmente basterà per tranquillizzare famiglie e imprese.

L’export verso la Russia «vale oggi circa 7 miliardi», spiega Casartigiani Verona riportando i dati rilevati da Istat nel 2021 (periodo gennaio-novembre), e rappresenta l’1,5% delle vendite all’estero del nostro Paese. Alimentari, moda, mobili, legno e metalli sono i prodotti italiani più esportati a Mosca e fanno parte di quell’eccellenza italiana, del Made in Italy, che tutto il mondo ci invidia. Sono settori che erano già stati penalizzati dalla pandemia e proprio quando stavano per rialzare la testa, si sono trovati costretti ad un nuovo stop. «I Paesi occidentali devono rimanere uniti per gestire la crisi umanitaria in atto provocata dall'invasione dell'Ucraina - commenta Luca Luppi, presidente di Casartigiani Verona - ma allo stesso tempo, se da un lato non bisogna fare passi indietro per cercare la pace, dall'altro lo Stato e le Regioni in cui l'export russo pesa di più, tra cui il Veneto, dovrebbero fare squadra per dare supporto diplomatico alle aziende che hanno ancora rapporti con la Russia».

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Luppi (Casartigiani Verona)

Il Nordest infatti è tra le regioni che storicamente ha instaurato rapporti più stretti con Mosca e adesso molte aziende rischiano di subire pesanti contraccolpi: «La guerra ha congelato ordini e spedizioni mandando in fumo gli investimenti di tante aziende veronesi - spiega sempre Luppi -. Può essere di aiuto incentivare la partecipazione delle aziende a fiere, mostre e saloni in altri Paesi, e orientarle verso nuovi mercati, costruendo nuove strategie commerciali condivise».

E per quanto riguarda l’import invece? Le importazioni da Mosca, riferisce Casartigiani Verona, valgono «quasi il doppio delle esportazioni, circa 12,6 miliardi di forniture (il 3% dell’import nazionale) in base ai dati Istat riferiti al 2021». Oltre alla dipendenza dal gas naturale russo (che rappresenta il 58% dell’import dalla Russia), sono a rischio anche le forniture di petrolio e altri metalli (come ferro, metalli preziosi, antracite, rame e simili) e di cereali, questi ultimi importati anche dall’Ucraina, cosa che sta mettendo in allarme le attività agricole italiane. «Il contraccolpo energetico sarà generalizzato - conclude Luppi - e tanti settori stanno già razionalizzando l’uso delle materie prime. Con le rotte bloccate inoltre ci saranno ulteriori ritardi per quanto riguarda alcune forniture, temporaneamente interrotte».

Imprese export Russia - Verona-2

Imprese export Russia 

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