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Economia

Cartiere di Cadidavid in stallo, la Cisl lancia l'ultimatum

L'impianto verso il Gruppo Mugnai: "La Provincia convochi creditori e operai entro la settimana".

Tutto congelato fino a nuovo ordine per la cartiera di Cadidavid. Ma ora si fanno sotto le pressioni dei sindacati che hanno lanciato un ultimatum per giovedì: “Ci dicano a chi è stato assegnato l’impianto”. La settimana scorsa la “scaramanzia” del presidente della Provincia, Giovanni Miozzi, aveva raccomandato cautela sulla questione cartiera. Sembrava tutto fatto, con la pole position dell’azienda friulana Romanello. Ora, in barba al destino, sembra che gli impianti di produzione accusino ancora il colpo dei ritardi sulla possibile riapertura. A bloccare tutto è la nuova offerta piovuta dal Gruppo Mugnai, con sede a Firenze. A loro si deve la mossa da 10 milioni di euro in grado di sbaragliare la concorrenza di Mbm e Cartiera Verde Romanello, che avevano proposto di risollevare l’azienda con 3,5 milioni. Dieci milioni per un contratto di locazione di dieci anni. Praticamente un’offerta da un milione all’anno, che ha riacceso gli interessi del comitato creditori e che potrebbero essere convocati nell’incontro che Miozzi dovrebbe convocare entro la settimana.
“Lo stato di agitazione dei lavoratori è già in corso- precisa Michele Ceschi della Cisl- ora vogliamo si mettano d’accordo Provincia e creditori per definire la conclusione di questo dramma che lascia appese 132 persone da mesi”. Sul tavolo di Miozzi finiranno le stesse condizioni che le parti sociali avevano stabilito giorni fa: produzione riattivata, cancelli aperti e 75 persone dietro la macchina principale. “Gli eventuali esuberi- continua Ceschi- verranno gestiti grazie alla cassa integrazione e alla mobilità. Al vaglio c’è un percorso di riqualificazione dei 50 operai in più, ma non esistono garanzie certe per nessuno. Soprattutto in vista con la crisi del settore e l’assetto lavorativo previsto per il 2011”.

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