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Carburanti alle stelle, esposto del Codacons in Procura «per capire chi stia speculando»

«Nonostante le quotazioni del petrolio siano calate la scorsa settimana dell’8,4% rispetto a marzo e malgrado il taglio delle accise, benzina e gasolio costano oggi ingiustificatamente di più», recita la nota dell'associazione

Anche in Veneto la magistratura è stata interpellata in merito all'aumento senza sosta dei listini dei carburanti. Il Codacons infatti ha annunciato di aver presentato un nuovo esposto alle Procure della Repubblica di Venezia, Padova, Verona, Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno e all’Antitrust, chiedendo di indagare sugli abnormi rincari dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa registrati nelle ultime settimane in regione e su possibili speculazioni in atto a danno di consumatori e imprese del Veneto.

Oggi la benzina costa, spiegano dal Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori, oltre il 28,5% in più rispetto allo scorso anno, mentre il gasolio è rincarato di circa il 37,5% sul 2021. Un andamento dei listini ritenuto dall'associazione del tutto anomalo, che si registra nonostante il taglio delle accise disposto dal Governo e che non sembra essere giustificato dalle quotazioni petrolifere.
Negli ultimi mesi, infatti, il petrolio ha raggiunto il suo picco il 9 marzo, quando il Brent ha toccato la soglia dei 131 dollari al barile, analizza il Codacons. In tale data la benzina, e senza il taglio delle accise pari a -30,5 cent scattato solo il 22 marzo, costava in media 2,048 euro al litro in modalità self, 1,966 euro il gasolio.
Oggi il petrolio è quotato ben al di sotto dei 120 dollari al barile, mentre la verde costa in media 2,075 euro al litro e il gasolio 2,030 al litro.

«Questo significa che nonostante le quotazioni del petrolio siano calate la scorsa settimana dell’8,4% rispetto a marzo e malgrado il taglio delle accise, benzina e gasolio costano oggi ingiustificatamente di più!», recita la nota diffusa dall'associazione, spiega poi come, «per dare un quadro della gravità della situazione, basta considerare che in assenza del taglio delle accise pari a 30,5 centesimi di euro al litro, la benzina costerebbe oggi oltre 2,4 euro al litro (2,38 euro il gasolio) superando il record storico raggiunto nell'ottobre del 1976, quando un litro di benzina arrivò a costare 500 lire, pari a 2,31 euro a valori correnti».

«Con il nostro esposto chiediamo ad antitrust e procure di attivarsi per capire chi stia speculando aumentando ingiustificatamente i listini dei carburanti alla pompa, che salgono nonostante il calo del petrolio, e di aprire indagini sul territorio attraverso l’ausilio di Nas e guardia di finanza per i reati di manovre speculative su merci e aggiotaggio, sequestrando atti e documenti utili presso le sedi delle società petrolifere presenti in Italia», afferma il presidente Carlo Rienzi.

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