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Economia Belfiore / Via Zerpa

Inaugurato il canale LEB: ottimizzerà l'acqua e salverà la campagna dalla siccità, ma non tutti sono d'accordo

Presenti anche Salvini e Zaia all'inaugurazione del primo stralcio che si è tenuta a Belfiore l'8 marzo, cui erano presenti anche i consiglieri regionali del PD Bigon e Zanoni, che mettono in discussione l'effettiva utilità dell'opera realizzata con i fondi del PNRR

Ottimizzare l’acqua irrigua e distribuirla senza sprechi attraverso un’infrastruttura all’avanguardia per contrastare l’emergenza idrica nelle campagne venete. Questi sono gli obiettivi dei lavori di rifacimento e impermeabilizzazione dell’intero canale a cielo aperto L.E.B-Adige Guà, che consentiranno di “recuperare” 90 milioni di metri cubi di risorsa idrica all’anno, che diventeranno 120 milioni con il completamento della seconda tranche di lavori entro il 2025.
Un intervento reso ancor più necessario dati i prolungati periodi di siccità e a seguito delle conseguenze della crisi climatica che stanno alterando i cicli colturali, evidenziando maggiori esigenze irrigue per mantenere la qualità del made in Italy agroalimentare e puntare ad una maggiore sovranità alimentare.

A tagliare il nastro della prima opera irrigua realizzata con i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), avvenuto mercoledì 8 marzo a Belfiore, sono stati il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, ed il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Grande partecipazione di pubblico, di autorità e di rappresentanti delle istituzioni.

Taglio del nastro del Canale LEB-2

Lungo 48 chilometri, in parte a cielo aperto (16,25 chilometri) ed in parte in condotto sotterraneo (27,7 chilometri), il canale Lessino Euganeo Berico (LEB)-Adige Guà è una delle più importanti infrastrutture irrigue d’Italia, la principale del Veneto. Preleva le acque del fiume Adige, a Belfiore, e nel suo percorso si dirama in un fitto sistema idraulico a beneficio di un comprensorio di 350 mila ettari di campagne, di cui 90 mila ettari irrigui, nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia.
L’inaugurazione dell'8 marzo riguarda il primo stralcio di canale a cielo aperto lungo 4,6 chilometri da Belfiore a Veronella, i cui lavori di rifacimento sono stati finanziati per 20 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ambito del PNRR. Gli interventi, che sono realizzabili solo nella stagione non irrigua (novembre – febbraio), interessano anche un secondo tratto lungo 8 chilometri da Veronella a Cologna Veneta completato entro il 2025. Per tale tratto l’importo finanziato è di 33 milioni di euro e la ristrutturazione consentirà un risparmio di ulteriori 30 milioni di metri cubi di acqua derivata per un totale, per l’intera opera a cielo aperto, di 120 milioni di metri cubi di acqua all’anno derivati.

Il sistema LEB è gestito dall’omonimo Consorzio di Bonifica con sede a Cologna Veneta. È un Consorzio di secondo grado in quanto costituito da tre Consorzi di Bonifica elementari: il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta con sede a San Bonifacio, il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo con sede a Este e il Consorzio di Bonifica Bacchiglione con sede a Padova. Il presidente Moreno Cavazza in apertura di cerimonia ha ringraziato tutte le autorità presenti, tra cui Ministro Salvini e il presidente del Veneto Zaia, e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha permesso il rifacimento dell’opera, precisando: «Siamo soddisfatti e orgogliosi della conclusione del cantiere in anticipo rispetto alle previsioni progettuali nell’imminenza della riapertura delle paratoie e dell’avvio della stagione irrigua 2023. Abbiamo ottimizzato un’infrastruttura esistente e fondamentale per la nostra regione. È un risultato importante raggiunto grazie alla professionalità, all’efficienza e alla dedizione del personale del Consorzio, e di tutte le persone che hanno sin qui collaborato e delle imprese cui è stato affidato l’appalto. A questo impegno si aggiunge il progetto di ricerca e sperimentazione sviluppato dal Consorzio con le Università di Verona e Padova sempre volto all'ottimizzazione dell’acqua irrigua nelle campagne. L’attività sperimentale si sta orientando anche nella valutazione di fattibilità delle potenzialità energetiche dell’infrastruttura LEB sia sotto il profilo fotovoltaico che di micro-idroelettrico».

Francesco Cazzaro, presidente di ANBI Veneto ha detto: «L’importanza di questo canale risiede nell’essenza stessa dell’uso dell’acqua. Dove c’è acqua, c’è resilienza al cambiamento climatico, c’è produzione agricola di qualità, c’è vita, c’è collaborazione, cooperazione per gli obiettivi comuni, tenuta del tessuto non solo infrastrutturale ma anche sociale ed economico del territorio. Oggi il LEB rende concreta una parola che usiamo spesso senza magari ricordarne appieno il significato: sostenibilità”. Il presidente Nazionale ANBI Francesco Vincenzi ha aggiunto: «Quella inaugurata oggi è un'opera pubblica, che è orgoglio della rete dei Consorzi di bonifica del Paese. È la prima realizzata con le risorse del PNRR a certificare l'efficienza del sistema per l’ambiente, l’agricoltura, l'occupazione».

Il presidente del Veneto Zaia sull’opera inaugurata ha sottolineato: «È un grande intervento e un modello di eccellenza del Veneto realizzato con i fondi del PNRR che andrà a interessare una vasta zona di quasi 100mila ettari. È fondamentale dare l’avvio a quello che ho definito il "piano Marshall per l’acqua". Bisogna investire sulla rete irrigua per efficientare la distribuzione della risorsa».

Il Ministro Salvini dopo aver evidenziato l’importanza di un’opera come il sistema LEB realizzato con grande efficienza, mettendo a frutto le risorse economiche pubbliche e dando così risposte concrete al territorio, ha spiegato che il 16 marzo sarà portato al Consiglio dei ministri «il provvedimento che deve portare a una nuova coscienza idrica e a una nuova politica dell’acqua che ormai è oro. In Italia conteniamo solo l’11% dell’acqua piovana. Ho chiesto che nel decreto ci sia intanto un miliardo di euro per realizzare e chiudere alcuni piccoli invasi e dighe. Occorrerà una nuova coscienza ambientale superando le politiche dei "no" perché l’acqua è vita e non possiamo più permetterci di disperderla».

Gli interventi di rifacimento del canale LEB sono stati illustrati dal direttore del Consorzio Paolo Ambroso: «I lavori erano necessari poiché il tratto a cielo aperto, in cui si stanno eseguendo gli interventi, è stato realizzato tra il 1973 e il 1983. Oggi, grazie alle avanzate tecniche costruttive utilizzate per rendere impermeabile la struttura e agli innovativi sistemi di distribuzione dell’acqua, il rifacimento del canale permetterà di veicolare maggiori portate e garantirà al contempo una più efficace tenuta dell’infrastruttura elevandone gli standard di sicurezza. I lavori terminati nel canale sono stati realizzati in 270 giorni utili con 80 operai. Tutto il materiale preesistente delle vecchie lastre, pari a 17.900 metri cubi di inerte, è stato riutilizzato per fare lo strato drenante. Sono stati poi impiegati 287mila metri quadrati, pari a 42 campi da calcio, di geotessuti e geosintetici; 2.105.000 chili di acciaio di posa armature; 19.100 metri cubi di calcestruzzo portato 2.120 volte dalle betoniere. Insomma, un grande lavoro che siamo certi porterà un beneficio alle campagne venete».

Dopo la testimonianza del presidente di Collis Wine Group Pietro Zambon, si è svolto un confronto tra esperti moderato dal giornalista Maurizio Amoroso, vicedirettore News Mediaset, Tgcom24. L’assessore all’agricoltura del Veneto Federico Caner ha evidenziato che il vero tema è «immagazzinare l’acqua. Ora servono le risorse economiche che abbiamo stimato in circa tre miliardi di euro. Dobbiamo fare un piano strategico che coinvolga anche il settore agricolo per recuperare l’acqua e utilizzarla al meglio». Il direttore generale di ANBI Massimo Gargano ha spiegato: «I Consorzi di bonifica dimostrano ancora una volta di essere un'eccellenza del Paese, che sa progettare e spendere le risorse affidate. Averlo dimostrato oggi alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Salvini, del Presidente della Regione Veneto, Zaia, della rappresentanza delle imprese agricole e dell'Autorità di Distretto, costituisce motivo di grande soddisfazione per l'ANBI, che ripropone il Piano Laghetti, quale opportunità irrinunciabile per contrastare la siccità ed il dissesto idrogeologico». Sono intervenuti anche il segretario generale Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali Marina Colaizzi che ha sottolineato che «dobbiamo prendere coscienza e decidere come gestire e utilizzare l’acqua che è fattore essenziale della produzione». Presente anche Attilio Toscano dell’Università di Bologna, il direttore generale per le dighe e le infrastrutture idriche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Angelica Catalano. Per il settore agricolo erano presenti: il direttore di Coldiretti Veneto Marina Montedoro che ha detto: «Oggi la superficie interessata dall’irrigazione ammonta a 550mila ettari, pari al 50% del territorio regionale classificato di bonifica. La maggiore ricorrenza di periodi di siccità (2003 e 2012 e 2022), da un lato, e la riduzione della disponibilità della risorsa idrica, dall’altro lato, hanno posto il sistema dei Consorzi di bonifica di fronte alla necessità di progettare sistemi irrigui in grado di reggere ai cambiamenti climatici, tant’è che i Consorzi si sono posti come obiettivo il miglioramento dell’efficienza di utilizzo dell’acqua di irrigazione: per irrigare più terreni con la stessa acqua o ridurre l’impiego, ferma restando la superficie irrigua». Il presidente di Confagricoltura Verona Alberto De Togni ha evidenziato: «Quello di oggi è l’esempio concreto e tangibile di quello che gli agricoltori hanno necessità per quanto riguarda la crisi idrica. Il LEB è un’opera che è stata pensata e realizzata decenni fa, ma è strategica e di grandissima utilità per il territorio. Mi auguro che nei prossimi anni vengano realizzati ulteriori interventi per il miglioramento della gestione dell’acqua, sia per quanto riguarda l’agricoltura, che per gli usi civili». È intervenuto anche il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini.

La tavola rotonda-2

«Le opere pubbliche vanno bene, sempre a patto che abbiano un senso. Nel caso del Canale LEB siamo invece di fronte ad un’opera che costerà alla fine 55 milioni e che dovrebbe eliminare gli sprechi d’acqua. Ma per eliminare gli sprechi d’acqua bisogna avere l’acqua che non c’è più o che scarseggia in maniera vistosa soprattutto in questo periodo: quella dell'Adige che lo alimenta». È questa invece l'opinione dei consiglieri regionali del PD Veneto, Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon, a loro volta presenti a Belfiore per l'inaugurazione. 
«Altro che risparmio idrico: dal LEB continueranno a venire dirottati sul corso del Fratta Gorzone ben sei metri cubi di acqua al secondo, acqua buona non inquinata. E tutto questo per diluire le acque di questo corso che riceve a sua volta quelle contaminate del collettore Arica, sul quale vengono convogliati gli scarichi di ben di 5 diversi impianti di depurazione delle industrie della Valle del Chiampo.
Quello della diluizione di acque contaminate con acqua dolce pura, per renderle accettabili, è una tecnica antiquata, che negli USA veniva utilizzata cento anni fa con il motto “the best solution for pollution is dilution”, ovvero “la migliore soluzione dell’inquinamento è la diluizione”, a dimostrazione che in Veneto sul disinquinamento siamo fermi a cento anni fa».
I due esponenti dem non esitano a parlare di «vero e proprio spreco d’acqua che oggi, a causa della siccità dovuta ai cambiamenti climatici, diventa sempre piú preziosa e pertanto va protetta, risparmiata, usata con parsimonia e non sprecata per risolvere problemi di inquinamento. Non si capisce dunque anche in questo caso perché si spendano montagne di soldi pubblici per risolvere le perdite del LEB se poi viene privato di ingenti quantità d’acqua. Questa montagna di soldi poteva essere utilizzata per realizzare direttamente nuovi impianti di depurazione delle acque della Valle del Chiampo, risolvendo una volta per tutte e alla radice il problema».
In conclusione Zanoni e Bigon evidenziano che «bisogna realizzare opere e interventi che siano davvero di beneficio ai veneti e adeguate all’emergenza idrica, finora affrontata dall’amministrazione regionale solo a chiacchiere. Come quelle fatte da Zaia che oggi era in prima fila con Salvini a tagliare il nastro e che aveva promesso ben 7.000 carotaggi per la caratterizzazione del sito della Miteni, fonte primaria dell’inquinamento da PFAS delle acque superficiali, sotterranee e della catena alimentare: in realtà ne sono stati realizzati solo 87. E se non arriva la caratterizzazione del sito non arriva nemmeno la bonifica, indispensabile per bloccare il rilascio dei PFAS che inquinano l’ambiente e contaminano il sangue dei cittadini, creando un enorme problema di salute pubblica».

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