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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Centro storico / Corso Porta Nuova

Brexit. Riello: "Il crollo della sterlina non ci fermerà. Avanti con fiducia"

Per il presidente della Camera di Commercio veronese non bisogna darla vinta agli speculatori ma ammette che la situazione si fa più complicata per le esportazioni e per il turismo

Dopo la politica parla l'economia veronese. Prima il commento di Tosi, poi quello del M5S sul referendum che ha sancito l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Ad intervenire ora è il presidente della Camera di Commercio di Verona Giuseppe Riello, che scrive: "I commenti catastrofici servono solo a consolidare ulteriormente il clima di sfiducia che si va velocemente creando. Le imprese veronesi nell’ultimo secolo hanno affrontato due guerre, ben altro che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Abbiate fiducia: troveremo il nostro spazio, nel nuovo equilibrio che si verrà inevitabilmente a creare una volta esaurite le speculazioni di chi ha scommesso sul Leave". Per Riello dunque i dati negativi che hanno interessato l'economia mondiale fanno solo parte di un periodo di speculazione.

"Certo in questo momento, bisogna dire che gli inglesi lasciano e raddoppiano e noi europei rimaniamo con il cerino in mano. La Gran Bretagna è il terzo partner commerciale della provincia di Verona: vi abbiamo esportato solo nei primi tre mesi di quest’anno 153,4 milioni di euro, il 10,7% in più rispetto al I trimestre 2015: in prevalenza vino, macchinari, marmo. Ora con la sterlina ai minimi storici sarà dura vendere le medesime quantità di prodotti e agli stessi prezzi. Le produzioni inglesi e quelle delle ex colonie inglesi vendute in sterline improvvisamente diventano molto più competitive. E che dire del turismo? I flussi dal Regno Unito rappresentano una voce importante della nostra economia turistica, ora che la vacanza sul lago di Garda costa di più, questi flussi si potrebbero spostare su altri, più convenienti, lidi. Non lasciamoci però spaventare dal clima di incertezza politica che ci attende, faremmo il gioco degli speculatori. Abbiamo già tutti pagato abbastanza negli anni scorsi la mancanza di ottimismo e fiducia, a volte non corrispondente ai fondamentali dell’economia reale. Rimbocchiamoci le maniche e andiamo avanti con la nostra progettualità imprenditoriale: se ci facciamo paralizzare dai timori, faremo il gioco di chi punta (denaro) sull’inversione del ciclo economico e sul ritorno della crisi".

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