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Economia Centro storico / Piazza Nogara

Banco Popolare: solidità a rischio ma per l'ad non ci sono problemi

L'agenzia di rating Standard & Poors ha declassato il gruppo di piazza Nogara a BB+, scatenando le lamentele del gruppo dirigente che in una nota diffusa ha espresso il proprio dissenso elencando i punti che non sarebbero stati considerati da S&P

Il recente declassamento del Banco Popolare ad opera dell'agenzia di rating Standard & Poor's, ha fatto immediatamente scattare il dissenso dei vertici del gruppo di piazza Nogara. 

IL DECLASSAMENTO - La nota agenzia di rating ha abbassato la valutazione dell'istituto di credito veronese da BBB- (Qualità media: titolo sensibile alle circostanze avverse) a BB+ (Qualità discutibile: titolo dalla solidità incerta molto sensibile alle circostanze avverse). Il gruppo guidato dall'amministratore delegato Pier Francesco Saviotti però contesta il giudizio espresso in quanto non terrebbe conto del balzo del Core Tier 1 avvenuto negli ultimi due anni (indicatore della solidità patrimoniale delle banche espresso in percentuale), del profilo di liquidità e dell'incremento dei crediti deteriorati inferiore alla media dei principali concorrenti. 

LE RAGIONI - In una nota diffusa la dirigenza del Banco si difende affermando che "l'incremento significativo del Core Tier1 ratio negli ultimi 2 anni dal 5,7% al 10,1%, che ha consentito al Gruppo di rispettare ampiamente gli attuali requisiti di capitale imposti dall'Eba e di essere già in linea con i più stringenti criteri patrimoniali di Basilea 3". La nota dell'isituto di credito poi prosegue citando la disponibilità di "eccellente profilo di liquidità e di funding, superiore agli obiettivi richiesti da Basilea 3" mentre l'incremento dei crediti deteriorati nel 2012 sarebbe "inferiore alla media dei principali competitors (+17,5% del Banco Popolare contro +24,6%). Tale migliore performance si conferma anche se confrontiamo la crescita rispetto al 2010, con un incremento per il Banco Popolare del 26%, contro una media aritmetica delle banche peer superiore al 40%". La nota termina con la citazione dell'andamento del margine d'interesse che "ha segnato anche nel 2012 un incremento del 2,9% a/a con costi operativi che scendono del 5,7%".

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