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Aziende agricole veronesi in affanno: "Le banche non ci lasciano respirare"

La necessità in provincia per i prestiti di conduzione è di 300 milioni di euro. Agrinsieme chiede interventi urgenti a Regione e Comunità Europea

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeronaSera

La Regione Veneto ha aperto in questi giorni i termini per la presentazione, da parte delle aziende agricole, delle domande per le agevolazioni sul prestito di conduzione dell'annata agraria 2012-2013, il cui importo stanziato a copertura dell'intervento è di 4 milioni di euro. L'aiuto finanziario regionale è erogato sotto forma di concorso sugli interessi per prestiti della durata massima di 12 mesi e la priorità è stabilita in base alla data di presentazione delle domande e all'età dell'imprenditore.

Ipotizzando dunque che ogni aziende richieda il contributo massimo consentito di 2500, che equivalgono ad una cambiale agraria di 60mila euro, i beneficiari sarebbero 1600 per l’intera regione, numero di molto inferiore non solo a quello delle aziende che richiedono questo intervento, ma anche alle necessità di quelle più efficienti e meglio organizzate. Queste ultime infatti garantiscono elevati livelli di specializzazione e di occupazione, ma hanno necessità di ben altri tetti di approvvigionamento. Per un'azienda agricola adeguatamente strutturata si stima che il ricorso al prestito di conduzione non sia inferiore al 30-35 percento del proprio fatturato. Agrinsieme stima che nella provincia veronese i consumi intermedi per l’agricoltura siano quantificabili in 900 milioni di euro e una conseguente necessità di anticipazione, al netto delle autosufficienze, di almeno 300 milioni di euro. "Risulta dunque evidente - spiega l'associazione di agricoltori - che i problemi di accesso al credito per l'esercizio agricolo rimangono irrisolti. Il rapporto con le banche resta problematico (se non di aperta incomprensione) nonostante il settore agricolo a livello di sistema sia anticiclico, ed evidenzi, rispetto ad altri settori, tassi di sofferenza stabili".

Il coordinamento di Agrinsieme ribadisce che per il 2013 il ricorso al prestito di conduzione per gli agricoltori è una necessità imprescindibile a causa degli effetti dell'applicazione dell'articolo 62, che non concede più margini ai produttori sui tempi di pagamento dei mezzi tecnici acquistati, a fronte di tempi di liquidazione dei prodotti, conferiti ad esempio alle proprie cooperative, di 8-10 mesi. In parallelo i tassi pagati alle banche sui prestiti sono normalmente dell'8%, che in caso di ulteriori necessità dell'impresa, esibendo come garanzie contratti di vendita, salgono fino al 9,25%. "In questa situazione di difficoltà - spiega Agroninsieme - c'è poi da registrare la pressione, da parte delle banche, a trasformare i prestiti di conduzione in mutui pluriennali, ingessando così le attività imprenditoriali che necessitano di anticipo in relazione alle attività da realizzare".

LE PROPOSTE - Agrinsieme ritiene che sia necessario garantire il più presto le condizioni di accesso al credito di esercizio per le imprese agricole, agendo su più versanti. Le proposte riguardano l'innalzamento, in sede europea, del minimis per impresa oltre la soglia dei 7500 euro nei tre anni; un significativo recupero di risorse da parte della Regione Veneto, anche attraverso la riorganizzazione amministrativa, per corrispondere pienamente alle esigenze della platea imprenditoriale agricola; meccanismi di credito agevolato decisamente orientato alle attività di conduzione agraria; acquisizione di polizze assicurative multirischio, da parte delle banche, sulle produzioni e a perfezionamento sui rischi di mercato. "Le banche - conlude Agriniseme - devono erogare prestiti sulla base di business plan presentati dalle aziende e monitorati dai tecnici degli istituti di credito".

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