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Acquisizione di Compago, PD frena Agsm-Aim: «Operazione non strategica»

La segretaria comunale Rotta ed il segretario provinciale Bonfante chiedono di «capire se sia possibile arrivare ad un accordo per un prezzo di acquisto più basso», ma preferirebbero che l'azienda concentrasse le risorse su altro

L'operazione Compago non piace neanche al Partito Democratico di Verona.
L'acquisto di una quota della holding lombarda da parte di Agsm-Aim sembrava concluso l'estate scorsa, ma è stato bloccato dal cda dell'azienda controllata dal Comune di Verona e dal Comune di Vicenza. Uno stop che ha avuto conseguenze politiche rilevanti, con la sostituzione del presidente di Agsm-Aim e di un'altra componente del consiglio di amministrazione, e conseguenze legali altrettanto importanti, perché sono in corso indagini che ipotizzano reati anche di natura penale.
In un contesto economico, politico e giudiziario non semplice, l'attuale consiglio di amministrazione di Agsm-Aim ha ricominciato a valutare l'idea di acquisizione di Compago. Lo ha fatto ascoltando una relazione della banca di investimenti Intermonte e con la consapevolezza che il mercato è ormai cambiato e quindi la trattativa con la holding milanese può avvenire solamente a cifre più basse rispetto a quelle della scorsa estate.
Ed è a questo punto che il PD locale si è inserito, suggerendo di abbandonare la strada che porta a Compago per concentrare gli investimenti su altri affari giudicati più strategici.

Per la segretaria comunale del PD Alessia Rotta e per il segretario provinciale Franco Bonfante, «trasparenza e responsabilità sono le chiavi attraverso le quali è possibile arrivare ad una positiva risoluzione della vertenza Compago nell’interesse della città e dei cittadini veronesi».
Nel loro intervento di ieri (qui il video), i due segretari hanno elogiato l'amministrazione comunale e l'attuale presidente Federico Testa per aver fatto «piena chiarezza su una vicenda che si stava pericolosamente avvitando su se stessa fino a compromettere la buona gestione dell’azienda, e prendendosi poi la responsabilità del necessario ricambio di persone e strategie cominciando col mettere a terra alcuni urgenti interventi di carattere sociale, come il Bonus Sostegno».

«Ora che finalmente tutti gli elementi del puzzle sono noti si tratta di fare un ulteriore passo in avanti, portando a conclusione una operazione che secondo noi non è strategica per il futuro del gruppo e per riprendere al più presto il cammino verso uno sviluppo che dovrebbe essere orientato più sulle energie rinnovabili o alle operazioni di aggregazione con società analoghe e territorialmente contermini finalizzate a fare massa critica - hanno aggiunto Rotta e Bonfante - Con grande razionalità e serenità si tratta dunque di capire se sia possibile arrivare ad un accordo per un prezzo di acquisizione più basso, in linea con quanto indicato dalle perizie, tenendo comunque presente le oggettive difficoltà di stima determinate dalle forti oscillazioni del prezzo del gas, oppure risolvere unilateralmente ogni vincolo e proseguire nella direzione di una rinnovata strategia di sviluppo industriale. Nella seconda e preferibile ipotesi, qualora da parte di Compago vi fosse l’avvio di un’attività risarcitoria, riteniamo utile e necessario programmare l’azione di responsabilità nei confronti di quei componenti del precedente cda che, a conoscenza delle criticità insite nell’operazione, non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o attenuarne le conseguenze dannose».

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