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Chiesta una gara pubblica, ma Agsm difende l'accordo con Aim e A2A

Le opposizioni sono convinte che ci potrebbero essere partner migliori rispetto ai lombardi, il sindaco si fida del presidente di Agsm Finocchiaro e la multiutility spiega: «È un'operazione di rafforzamento industriale»

Agsm, Aim e A2A. Il matrimonio a tre sembra ormai deciso e dalle parti in causa viene anche difeso. La principale multiutility di Verona si unirà con la principale multiutility di Vicenza e con una società creata ad hoc dal colosso lombardo dell'energia e che ad esso sarà collegato. La strada sembra ormai tracciata, ma ciò non toglie slancio ai partiti di opposizione veronese, che restano critici sull'operazione

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Attorno al tavolo immortalato nella foto ci sono i consiglieri comunali di minoranza Federico Benini ed Elisa La Paglia del Partito Democratico, Michele Bertucco di Verona e Sinistra in Comune, Flavio Tosi e i tosiani Alberto Bozza e Patrizia Bisinella e la consigliera Marta Vanzetto del Movimento 5 Stelle. Insieme, hanno condiviso alcune informazioni che getterebbero ombre sull'accordo a tre tra Agsm, Aim e A2A. Il nodo principale è la scelta del terzo partner, A2A. «Si erano fatti avanti altri tre grandi gruppi energetici italiani come Alperia, Ascopiave (ora controllata per il 75% da Hera) e Dolomiti Energia - ha rivelato il gruppo di consiglieri - E già da una prima lettura della documentazione appare evidente che l'argomento della pretesa infungibilità che renderebbe ineguagliabile l'apporto di A2A è a dir poco nebuloso e mistificatorio. Non c’è azienda, infatti, tra quelle che aspirano a diventare partner industriale di Verona e Vicenza, che non si mostri rispettosa del radicamento territoriale delle nostre multiutility e sollecita rispetto all'esigenza di mantenere i livelli occupazionali attuali. Che poi erano le due precondizioni giustamente fissate dall’amministrazione comunale per avviare un confronto».
Insomma, il fatto che Agsm e Aim abbiano scelto A2A perché la sua offerta era talmente unica da non rendere necessaria una gara a evidenza pubblica verrebbe meno secondo le minoranze veronesi, le quali hanno anche approfondito alcune proposte alternative a quella lombarda. «Contengono soluzioni interessanti al problema della chiusura del ciclo di rifiuti specificamente pensate per Verona e in particolare per l'impianto di Ca' del Bue - proseguono i consiglieri - C'è chi propone una sua riqualificazione complessiva in "cittadella green" e chi invece offre l’uso di un inceneritore che sarebbe più vicino rispetto a quello di Pavia, formalmente offerto da A2A. Perché dunque Agsm ha scelto A2A senza prima aprire una discussione sulle altre opzioni? Perché ha taciuto l’esistenza di proposte alternative? E’ stato fatto un confronto con il progetto di revaping annunciato per Ca' del Bue? Quella di A2A è anche la manifestazione di interesse più generica nei contenuti. Perché dunque affidarsi agli ultimi arrivati in presenza di una proposta così generica? La politica espansionistica di A2A è stata censurata dall’autorità anticorruzione Anac che nel caso dell'acquisizione di Lhg Cremona ha affermato la necessità di esperire la gara. Sboarina vuole fare diventare Verona la prossima vittima di questa politica? Esperire la gara non è soltanto un vincolo di legge ma anche la via maestra per spuntare per la città le condizioni contrattuali migliori mettendo in concorrenza tutti gli aspiranti partner».

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(Trincanato)

Ma c'è anche chi si smarca dalle altre forze di opposizione, come l'associazione Traguardi.

Non ci piace com'è stata trattata finora la questione da parte di maggioranza e opposizione: la questione di Agsm non è geografica, ma squisitamente industriale. Lavoriamo per un piano di sviluppo che metta al primo posto economia circolare e rinnovabili, sia questo il tema di discussione della partnership - hanno dichiarato i due esponenti Antonio Bottega e Pietro Giovanni Trincanato. Ciò che serve all'azienda è una visione industriale, non l'ennesimo scontro politico tra maggioranza e opposizione. Trasformare una scelta strategica di prim'ordine come la partnership paventata A2A-Agsm nel solito dibattito da bar è un errore che può costarci molto caro: non si tratta di essere pro o contro Milano. Serve invece ragionare sullo sviluppo dell’azienda e sul futuro che vogliamo costruire per l'azienda. Solo così il Comune può fare il suo dovere, tutelando un asset strategico, competenze e posti di lavoro. La nostra apertura verso tutti i potenziali partner è massima, purché dimostrino solidità strategica. L'importante è che il processo si svolga con la massima trasparenza e competizione tra i player di mercato, per ottenere la più alta valorizzazione del patrimonio aziendale, dei valori e del know-how. Trasparenza unita a strategia per il futuro: ogni scelta strategica, sia o meno aggregazione, deve essere orientata ad affrontare le sfide che trasformazione energetica ed economia circolare stanno già imponendo a tutte le città e alle società come Agsm. Per noi tutti i possibili partner, compresa A2A, che dimostrino solidità strategica e assicurino la salvaguardia degli interessi territoriali e dei dipendenti devono poter concorrere. Il Comune, però, deve avere le idee chiare, pensare in grande e agire con trasparenza cristallina: ne va della credibilità nei confronti dei cittadini, ma anche del mercato e delle istituzioni.

Di fronte a queste polemiche, la risposta del sindaco Federico Sboarina è stata breve, ma si può definire anche evasiva. «Il Comune ha chiesto al management dell'azienda di trovare il miglior partner industriale sul mercato - scrive il sindaco - Le tre richieste imprescindibili che ho avanzato nell'interesse della città sono quelle ormai note: crescita industriale, radicamento territoriale e garanzie occupazionali, nel senso di mantenimento dei posti di lavori e della sede. A fronte degli indirizzi del socio, l'azienda ha avviato il percorso con il supporto di advisor e consulenti legali. Ricordo, inoltre, che il presidente di Agsm Finocchiaro è un manager di comprovata esperienza e ho piena fiducia nell’operato suo e del cda».

Più precisa e dettagliata è stata la risposta di Agsm, in cui sono elencati i vantaggi della trattativa portata avanti con A2A.

L'obiettivo: si tratta di una operazione di rafforzamento industriale. Il progetto industriale che potrebbe dar vita alla quinta multiutility del Paese è un'operazione di sviluppo e di crescita che passa attraverso la fusione tra Agsm Verona e Aim Vicenza e gli asset industriali apportabili da parte di A2A. È un percorso di sviluppo, non di vendita: non ci sono acquirenti e venditori. E per Agsm Verona e Aim Vicenza intende essere un progetto di rafforzamento, crescita e sviluppo.
La prospettiva, il ruolo e il futuro di natura industriale: Agsm e Aim hanno l'opportunità concreta di contribuire a dare vita a quello che può trasformarsi nel quinto gruppo italiano tra le multiutility pubbliche e che, nell’area del Nordest, può diventare leader di mercato. L'operazione ha, in questo senso, un valore strategico che va ben al di là di mere considerazioni di vantaggio economico di breve periodo e puntualmente sul singolo asset apportabile dal partner industriale. Ciò che conta è la possibilità di dare vita a un progetto industriale competitivo e bilanciato in tutti i settori fondamentali in cui operano Agsm e Aim e che saranno ancor più strategici alla luce delle dinamiche evolutive del mercato.
L'esclusività: uno dei capisaldi del percorso è rappresentato dall'esclusività che A2A si impegna a garantire ad Agsm e ad Aim. Il soggetto industriale che nascerà sarà la piattaforma attraverso la quale saranno veicolati la crescita, gli investimenti e le iniziative di natura territoriale sull’intera area del Triveneto.
Il controllo pubblico e la centralità della crescita: il soggetto industriale che si verrà a creare sarà controllato dai soci pubblici (Comune di Verona e Comune di Vicenza) e sarà capace di esprimere una dimensione strutturale in grado di sostenere investimenti ben più significativi di quelli che Agsm e Aim sono oggi in grado di esprimere con altrettanto importati ricadute in termini occupazionali. Per essere ancora più chiari: gli azionisti pubblici avranno un peso determinante nelle decisioni strategiche sul futuro della società post-operazione, mantenendo la maggioranza pubblica con l’obiettivo di generare valore per i territori, allargando le basi occupazionali e continuando a essere un motore per lo sviluppo delle economie locali.
L'infungibilità: le considerazioni riportate fin qui hanno trovato accoglienza e coerenza nella possibilità di avviare un percorso comune, oltre che con Aim Vicenza, anche con A2A. Una breve premessa: dal punto di vista industriale, Agsm e Aim hanno espresso la necessità di costruire un posizionamento di rilievo del nuovo soggetto che contribuiranno a formare nei business chiave alla luce dell'evoluzione del contesto competitivo: generazione da fonti energetiche rinnovabili, circular economy, economie di scala nei business a rete e nella vendita. Questi ambiti di rafforzamento partono dalla necessità e dal fabbisogno di superare una serie di gap di posizionamento che le due società hanno rilevato nel corso degli approfondimenti condotti negli scorsi mesi. Il progetto industriale che stiamo approntando con A2A è costituito da un lato dai potenziali apporti per il rafforzamento in tutti i business chiave e dall'altro dal ruolo che il nuovo soggetto potrà avere nel territorio del Triveneto. Alla luce delle caratteristiche chiave del progetto industriale e di struttura dell'operazione, le società Agsm e Aim hanno avviato una fase di negoziazione diretta con A2A, in quanto il progetto in corso di approfondimento ha caratteristiche di unicità intrinseche.
L'intervento dell'Anac sul caso Lgh: il caso sul quale è intervenuta l’Anac, non è in alcun modo paragonabile o correlabile all’operazione in questione; si tratta di un’operazione diversa. In quella circostanza, infatti, Lgh ha venduto a A2A il 51% delle proprie azioni a fronte di un pagamento. In questo caso, non c'è, come già ribadito, nessuna procedura di vendita, ma un progetto industriale di rafforzamento e di crescita.
Percorso in corso di svolgimento: lo studio della potenziale combinazione industriale è in una fase preliminare e secondo gli accordi con gli azionisti, in vista di tutti i passaggi decisionali e approvativi saranno previste le opportune sessioni di condivisione e approfondimento con tutti gli stakeholder interessati; non ci sono segreti, ma vista la delicatezza delle informazioni oggetto dei tavoli di lavoro in corso di svolgimento è necessario mantenere la opportuna riservatezza, senza pregiudicare in alcun modo la necessaria trasparenza prevista dalla normativa applicabile, nei tempi e nelle sedi opportune.

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