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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Agricoltura. Cresce l'occupazione regolare, ma occhio al rischio caporalato

Il report di Veneto Lavoro e ClicLavoro Veneto mette in evidenza le tendenze del mercato del lavoro nel settore primario negli ultimi 10 anni. Sale il numero dei dipendenti ma risulta ancora elevata presenza di manodopera informale e irregolare

Il lavoro in agricoltura si caratterizza tanto a livello nazionale quanto in Veneto per un’ancora elevata presenza di manodopera informale e irregolare, ma diventa sempre più frequente il ricorso al lavoro dipendente, quasi esclusivamente con contratti a termine. Il progressivo rafforzamento della richiesta di manodopera esterna da parte delle aziende agricole è legato soprattutto, ma non solo, all’aumento delle dimensioni aziendali. È quanto emerge dal report di Veneto Lavoro e ClicLavoro Veneto sulle più recenti tendenze dell’occupazione in un settore che si dimostra in rapido cambiamento.

Se negli ultimi dieci anni il numero totale degli occupati in agricoltura in Italia è andato diminuendo, in Veneto si è registrata una leggera crescita, alla quale si è però accompagnato un incremento del lavoro irregolare, la cui incidenza è salita al 16% del totale. Un valore quasi doppio rispetto alla media riferita a tutti i settori (8,9%), ma comunque nettamente inferiore al valore medio nazionale per il settore agricolo (24%), particolarmente interessato da episodi di sfruttamento lavorativo e di caporalato. In Veneto tale fenomeno è più contenuto ma comunque presente e per contrastarlo Regione del Veneto e altre istituzioni hanno siglato uno specifico protocollo d’intesa che prevede attività di monitoraggio, prevenzione e controllo.

La crescita del settore degli ultimi anni risulta trainata dall’occupazione dipendente: il numero dei lavoratori subordinati in Veneto è passato dai circa 18 mila del 2008 agli oltre 32 mila del 2016,con un’incidenza sul totale dell’occupazione del 44,5%, anche per effetto di interventi normativi quali l’abolizione dei voucher. Nel corso del 2018, in un contesto di sostanziale tenuta dei livelli occupazionali, il numero dei dipendenti è risultato nuovamente in diminuzione, sia nei valori assoluti (22.200) sia nella quota sul totale degli occupati (34,8%).

Le assunzioni, il più delle volte riferite a personale non qualificato, riguardano principalmente uomini, la cui quota è cresciuta negli anni dal 59% del 2008 al 72% del 2018, stranieri e lavoratori di età compresa tra i 30 e i 54 anni. I giovani rappresentano stabilmente un terzo delle assunzioni complessive, mentre la quota di over 55 sfiora il 20%, un valore nettamente superiore alla media degli altri settori.

Aumenta, in particolare, il ricorso alla manodopera straniera, per colmare un’ormai cronica carenza di forza lavoro locale, soprattutto per le attività più gravose, di raccolta o per soddisfare picchi produttivi. A partire dal 2008 il numero di assunzioni di lavoratori stranieri è cresciuto dell’80% e oggi circa il 60% delle assunzioni nel settore riguarda lavoratori non italiani, la metà dei quali extracomunitari. A crescere sono soprattutto i lavoratori di cittadinanza africana (Marocco, Nigeria e Senegal su tutte), anche se il Paese più rappresentato rimane la Romania, cui si riferisce il 38% delle assunzioni totali di lavoratori stranieri, pari a circa 18.000 assunzioni solo nel 2018.

La domanda di lavoro dipendente nel settore agricolo si concentra in Veneto soprattutto nella provincia di Verona, che attrae quasi la metà delle assunzioni in questo settore, seguita da Treviso e Rovigo. Insieme, questi tre territori raccolgono oltre i tre quarti delle assunzioni totali.

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