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Agricoltura colpita da "insetti alieni": chiesta l'istituzione di un centro di studio

Il moscerino della frutta ha fatto danni per 20 milioni assieme al maltempo, per la cimice le prospettive sono preoccupanti: è resistente agli fitofarmaci, prolifica e onnivora. Così la Camera di Commercio si appella alla Regione Veneto

Dai 20 milioni di danni alle produzione di ciliegie della Drosophila Suzuki nel 2016 all’invasione di cimici dall’Asia. Non c’è pace per l’ortofrutta a Verona. La Halyomorpha halys, insetto simile alla cimice verde "nostrana", comparso per la prima volta nel 2012 (in provincia di Modena), si è diffuso in particolare in Nord Italia a una velocità spaventosa. Insetto di color marrone particolarmente prolifico deposita 3-400 uova un paio di volte l'anno (fino a sei volte nei Paesi di origine). Qui da noi non ha predatori naturali noti, attacca frutteti e colture orticole (per esempio pomodori e peperoni) ed erbacee (per esempio mais e soia) provocando ingenti danni e resiste agli fitofarmaci. L’unico mezzo di difesa per le colture al momento sembrano essere le reti colorate antinsetto.

“L’agricoltura veronese che vale 1,8 miliardi di euro alla produzione, affronta l’ennesimo attacco senza strumenti difensivi. Ricordo - spiega Claudio Valente, componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona con delega all’agricoltura - che il comparto dell’ortofrutta è molto importante per l’economica veronese e ha esportato 400 ml di euro nel I semestre 2016. C’è molta attenzione al vino e quindi ai vigneti e alla problematiche relative, ma l’ortofrutta non va considerata la sorella minore: l’export italiano di ortofrutta e trasformati di 7,5 miliardi è superiore ai 5,5 del vino. La Camera di Commercio e le associazioni di categoria agricole chiedono con forza alla regione l’istituzione di un centro sperimentale di studio per l’ortofrutta, analogo a quello del vino e con sede qui a Verona che è la prima produttrice di ortofrutta italiana con il 70% della produzione complessiva”.

La richiesta di Valente ha chiuso il convegno «I nuovi e temibili insetti alieni», promosso dalla Camera di Commercio di Verona in collaborazione con le associazioni di categoria agricole scaligere, Confagricoltura, Cia, Coldiretti e Confcooperative. Dopo i saluti di Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona e Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Verona e Giovanni Aldegheri di Confcooperative Verona, gli esperti del settore si sono confrontati sulle nuove minacce per frutta, orticole e seminativi. Il convegno si è tenuto a Verona Mercato, di fronte ad una platea gremita di agricoltori.

Stefano Caruso, del consorzio fitosanitario di Modena, ha fornito gli ultimi aggiornamenti sulla difesa dalla cimice: l’unica vera possibilità di lotta, attualmente, è coprire gli impianti con reti chiuse, modificando e ampliando le protezioni presenti contro la grandine, ma si tratta di un investimento molto impegnativo per aziende.

Tommaso Pantezzi, Alberto Grassi e Sergio Franchini, della fondazione Mach di San Michele all’Adige, parleranno del controllo di Drosofila Suzukii su ciliegio e piccoli frutti in Trentino. Il moscerino, che attacca i frutti a bacca rosa, ha fatto strage di ciliegie, aggiungendosi alla grandine e al maltempo tanto che sono stati danneggiati l’equivalente di 1800 ettari di coltivazione per 20 milioni di euro di valore alla produzione. Raffaele Ferraro, di OpCoz e OpoNordest, ha illustrato l’utilizzo di reti nel Veronese e l’agronomo Michele Bravetti ha spiegato perché usare reti colorate per proteggere e migliorare la qualità della frutta.

CIMICE ASIATICA: LA SCHEDA - La cimice asiatica, nome scientifico la Halyomorpha halys, è un insetto vorace e aggressivo arrivato dall’Asia che si riproduce velocemente e attacca qualsiasi pianta, devastando le colture in grande quantità. Le prime regioni ad esserne colpite, in Italia, sono state l’Emilia Romagna e il Piemonte, con qualche decina di casi registrati nel 2014. Quest’anno le devastazioni si sono moltiplicate in maniera esponenziale e hanno cominciato a diffondersi alle regioni vicine. In autunno l’insetto è comparso in maniera importante anche nel Veronese, intaccando i primi frutteti come meli, peri e kiwi. Gli effetti sono disastrosi: il tessuto dei frutti in formazione viene interamente succhiato, causandone la deformazione e la marcescenza. La Halys non ha antagonisti naturali e rischia di diventare una grave minaccia per i raccolti: sverna nelle case e negli anfratti riparati, quindi da marzo a fine estate continua a fare uova e si riproduce in maniera massiccia. Una cimice può fare fino a 200 uova e si sposta velocemente, in sciame, percorrendo anche cinque chilometri al giorno. La difesa chimica non è sufficiente, considerato il periodo lunghissimo in cui l’insetto alberga nei frutteti e la caratteristiche fisiche, in quanto è dotato di una “corazza”.

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