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Il 2019 annus horribilis dell'agricoltura a Verona, tra cimice asiatica e clima sfavorevole

Tra i fattori negativi anche le difficoltà per il reperimento di manodopera nei campi

L’agricoltura veronese, secondo l'analisi fornita da Cia Verona - Agricoltori Italiani, chiude un anno fortemente condizionato dall’andamento meteorologico, che ha inciso negativamente su molte colture. Ancora grosse perdite anche a causa della cimice asiatica e difficoltà per il reperimento di manodopera.

«Il 2019 è iniziato con un inverno senza piogge, per poi passare a una primavera caratterizzata da precipitazioni intense, accompagnate talvolta da forte vento e grandinate», riassume Andrea Lavagnoli, presidente provinciale di Cia Agricoltori Italiani. «Questi fenomeni hanno inciso negativamente sulle colture cerealicole, che hanno accusato una sensibile perdita di prodotto e hanno lasciato il loro triste segno anche sui frutteti. Gli effetti di questa primavera estremamente piovosa hanno avuto effetti disastrosi sulle ciliegie. Rotture e marcescenza hanno segnato in negativo le varietà precoci. Il mese di giugno, - prosegue quindi Andrea Lavagnoli - grazie ad un clima più consono, ha visto dei miglioramenti, ma non sufficienti da considerare positiva la stagione cerasicola. Il 2019 non verrà ricordato come un anno positivo neppure dagli apicoltori, che sempre a causa della primavera fredda e piovosa hanno registrato una produzione fortemente ridotta. Un giugno di forte caldo ha aperto le porte a quella che molto probabilmente sarà ricordata come la stagione olivicola peggiore degli ultimi anni. La fioritura degli ulivi è coincisa con un periodo di anomale ondate di forte caldo, che ha portato ad una perdita di produzione stimabile tra il 60 ed il 70%, con picchi talvolta ben superiori. Oltre a questi bassi quantitativi si è aggiunta in alcuni casi anche la mosca».

Andrea Lavagnoli 2-2

Andrea Lavagnoli, presidente provinciale di Cia Agricoltori Italiani

Terribile inoltre si sarebbe rivelato anche l’impatto della cimice asiatica sui frutteti e sulle orticole: «L’insetto - riferisce sempre Andrea Lavagnoli - ha manifestato tutta la sua capacità di creare danni anche alle colture coperte dai teli, arrivando a creare percentuali di danno altissime che arrivano per pere e mele, a seconda delle varietà, anche al 70-80%. Questi insetti sono diventati dei veri e propri flagelli per il nostro comparto ortofrutticolo, a cui vanno trovate quanto prima delle contromisure realmente efficaci».

Per quanto riguarda il lavoro nei campi, il 2019 avrebbe inoltre visto intensificarsi ulteriormente la difficoltà a trovare manodopera: «Per la provincia di Verona, - racconta Andrea Lavagnoli - sono stati assegnati meno di un terzo dei lavoratori extracomunitari necessari per i lavori stagionali. A questo va aggiunta la difficoltà di trovare personale qualificato per le mansioni che il nostro settore sempre più richiede».

Per il 2020  Lavagnoli auspica dunque  che le manutenzioni e le corrette pratiche agricole «divengano le prime contromisure per limitare i danni da eventi calamitosi, ai quali tristemente dobbiamo sempre più spesso far fronte. L’intensità di alcuni eventi metereologici, - conclude Lavagnoli - ci certifica ancora una volta quanto l’agricoltura sia soggetta a difficoltà ogni anno diverse e non sempre prevedibili e ci ricorda quanto il nostro territorio sia fragile e delicato».

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