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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Energia elettrica sfruttando la cinetica dell’acqua: Acque Veronesi partner di un rivoluzionario progetto europeo

Innovare per valorizzare l'acqua. L'obiettivo è quello di generare meno costi, meno consumi e minori emissioni 

Quattordici partner, tra università, centri di ricerca, multiutilities e gestori idrici, in rappresentanza di otto paesi europei: Spagna, Svezia, Turchia, Islanda, Repubblica Ceca, Austria, Slovenia e Italia. Sul tavolo «un finanziamento di 5 milioni di euro», conquistato nell’ambito del programma comunitario Horizon per realizzare un progetto molto ambizioso e sostenibile con il quale si vuole «utilizzare le risorse idriche per ottenere energia». Si chiama "H-Hope" ed è un progetto nato in Italia che vede capofila l’università di Padova e come unico gestore idrico coinvolto Acque Veronesi

«L’obiettivo è quello di ricavare energia rinnovabile da fonti non sfruttate. - spiega il presidente Roberto Mantovanelli, nei giorni scorsi a Bruxelles con il direttore operativo Diego Macchiella per il kick-off del progetto - Come? Sviluppando una tecnologia a basso costo per recuperare l’energia non sfruttata nell’acqua che abbiamo nelle condotte e negli impianti di depurazione. Un’occasione che abbiamo colto con grande interesse perché tutto quello che ci permette di fare innovazione, riducendo consumi, costi ed emissioni inquinanti va nella giusta direzione». Lo stesso presidente di Acque Veronesi ha poi aggiunto: «Questo progetto si sposa perfettamente con le attività di digitalizzazione e distrettualizzazione delle reti per le quali abbiamo anche presentato istanza per i fondi del Pnrr e, ulteriore vantaggio: l’autoproduzione ricavata dal flusso dell’acqua può essere utilizzata per digitalizzare la rete anche in zone dove non c’è l’energia elettrica». 

A scendere ancor più nei dettagli del progetto, che avrà una durata di quattro anni, è anche la professoressa Giovanna Cavazzini del dipartimento di Ingegneria Industriale dell’università di Padova: «Il fine è che l’energia recuperata dal residuo delle acque degli impianti di distribuzione e di trattamento possa alimentare la sensoristica che consenta di digitalizzare le reti idriche non sfruttate a livello elettrico. Una tecnologia a basso costo e sostenibile di fondamentale importanza in uno scenario energetico futuro, che prevede  l’ottimizzazione di tutte le risorse non solamente energetiche ma anche idriche», conclude la professoressa Giovanna Cavazzini

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