Acciaierie di Verona, produzione ripartita ma il Gruppo Pittini chiede la cassa integrazione
L'attività nello stabilimento scaligero e negli altri siti del colosso siderurgico va avanti a singhiozzo a causa dell'aumento dei costi dell'energia e dello scarseggiare dei semilavorati
Questa mattina, 4 marzo, è ripresa la produzione delle Acciaierie di Verona, ma l'attività rimane comunque a rischio. Il caro energia e la carenza di materie prime da Russia e Ucraina a causa della guerra in corso rendono incerto l'avvenire dell'azienda del Gruppo Pittini, il quale ha fatto partire la richiesta per la cassa integrazione ordinaria.
Alla fine del mese di febbraio c'era stato il primo stop alla produzione negli stabilimenti del colosso siderurgico di Verona, Osoppo e Potenza. Una decisione presa a causa dell'impennata dei costi dell'energia. Ieri, la seconda sospensione che oggi è stata interrotta, come riportato da Ansa. Ma il futuro dell'acciaieria scaligera e del laminatoio non offre attualmente garanzie ai quasi 400 lavoratori impiegati. Oltre all'aumento delle spese energetiche, che impattano non poco nel bilancio di un'azienda altamente energivora, c'è anche la disponibilità sempre più scarsa dei semilavorati ad incidere sulla continuità delle lavorazioni.
Una situazione che ha portato ad un'esito scontato, la richiesta di cassa integrazione avanzata dal Gruppo Pittini e riferita da UdineToday. L'ammortizzatore sociale potrebbe partire nei prossimi giorni, ma intanto i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto di potersi confrontare con i vertici aziendali.