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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Confcooperative celebra i suoi 100 anni con uno sguardo al futuro

Il convegno si è tenuto il 27 novembre a Soave. «C'è un gran lavoro, una prospettiva una visione strategica per il welfare, l'agroalimentare, il credito, il lavoro, l'integrazione, il sociale, per la difesa dei piccoli comuni che rischiano lo spopolamento»

1919-2019, 100 anni di storia, di attività, di obiettivi raggiunti ma anche di basi solide per scrivere il futuro per Confcooperative.
È stato questo il leit motiv del convegno che ha avuto luogo mercoledì 27 novembre, a Soave, nella suggestiva cornice di Rocca Sveva, all'ombra delle mura dello storico castello. Presenti i protagonisti del passato, del presente e del futuro di una realtà che conta 18.500 cooperative a livello nazionale.
«Abbiamo voluto caratterizzare il 2019, anno del centenario, dedicando forse poco tempo al ricordo ma più alla riflessione sul futuro. Un futuro di grande cambiamento, di globalizzazione, che si fonda sulla ricetta di 100 anni fa, ossia avere occhi e orecchie per ascoltare i bisogni delle nostre comunità e sapere costruirne le risposte», questo il messaggio lanciato da Maurizio Gardini, presidente nazionale Confcooperative, ai 18.500 dirigenti.
«C'è un gran lavoro, una prospettiva – ha continuato Gardini - una visione strategica per il welfare, l'agroalimentare, il credito, il lavoro, l'integrazione, il sociale, per la difesa dei piccoli comuni che rischiano lo spopolamento. Ogni settore ha le sue priorità. È un movimento vitale, con i bilanci in ordine, prerogativa che permette di affrontare il futuro con dei connotati di base positivi».
Progetti e obiettivi che hanno radici profonde come testimonia Ugo Campagnaro, presidente di Confcooperative Veneto. «La guerra, la miseria, la pellagra, la spagnola, l'immigrazione, la Chiesa cattolica che si è occupata dei bisogni primari delle persone, la cooperazione, il credito, questo raccontano i nostri 100 anni di storia. Oggi come allora la cooperazione continua a dare risposte».
Lo stesso governatore del Veneto Luca Zaia, ha voluto sottolineare il ruolo fondamentale delle cooperative con un messaggio inviato ai presenti per onorare il traguardo raggiunto: «I nostri territori – ha scritto il Governatore del Veneto - devono molto a questo modello di business».

Un secolo di storia scritta da realtà che oggi si possono definire i "nonni" della cooperazione, che sono stati omaggiati per il loro operato e che, simbolicamente, hanno passato il testimone ai "nipoti", ovvero i giovani, che si sono messi in prima linea con idee e progetti.
Ne sono testimonianza i fondatori di Food4me, cooperativa veronese, che hanno messo al centro i diritti dei lavoratori in un settore come quello che vede impiegato i riders.
Serena e Francesco hanno infatti dato vita a questa piccola coop che lavora per piattaforme food delivery che può essere esportata anche in altri territori e che dà la giusta dignità ai suoi lavoratori riconoscendo loro i diritti sindacali, malattia e contributi.

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Il futuro passa anche dall'esperienza degli studenti che hanno preso parte al progetto nazionale Work in class che, dopo un percorso formativo, ha permesso loro di creare un'impresa coop simulata. A darne testimonianza sono Alessandro, Lorenzo e Marianna del liceo Luca D'Aosta di Padova, che hanno lavorato al progetto turistico-culturale Padova Urbs Picta.

Un futuro che passa dunque attraverso i giovani che possono però contare sul sostegno e l'esperienza di chi ha lavorato negli anni passati e ancora esiste come Cantina di Soave che racconta 121 anni di storia: «Se siamo qui oggi e abbiamo raggiunto determinati obiettivi, è perchè abbiamo fatto aggregazione e siamo cresciuti attraverso essa», spiega il presidente Roberto Soriolo.

Al tavolo dei relatori Emanuela Buccioni, biblista, ha offerto spunti di riflessione sull'impronta cattolica della cooperazione: «Vorrei rimettere al centro l'uomo e il lavoro, la missione che Dio dà all'uomo e alla donna sulla terra, alla responsabilità che ognuno ha verso gli altri che dovremo riscoprire e chiamare fratelli e verso la terra».

Dalle radici che hanno fatto grande il passato, agli strumenti per scrivere il futuro, un futuro che passa attraverso la trasformazione come ha spiegato Nicola Mezzetti, docente dell'Università di Trento: «La sfida interessante che ha davanti la cooperazione è quella di costruire dei tavoli per comprendere e declinare in che modo le tecnologie possono rafforzare il perseguimento dei principi  dei valori della cooperazione, anzichè andarli ad eroderli».

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