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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Indice Rt ed incidenza di positività: perché il Veneto rischia la zona arancione da lunedì

Potrebbe essere l'ultimo weekend in zona gialla, così come a rischio sono le scuole

La situazione epidemiologica in Italia peggiora un po' dappertutto, salvo che in quell'isola felice che è la Sardegna. L'entrata in vigore del primo Dpcm a firma Mario Draghi rischia, in perfetta continuità con i precedenti, di rivelarsi insufficiente e già si parla infatti di possibili misure correttive ancora più stringenti che potrebbero essere prese dal governo a fronte di un eccessivo peggioramento dei dati all'esito del prossimo monitoraggio di venerdì. Un film già visto. Cresce dunque anche questa settimana l'attesa per i numeri che la Cabina di regia nazionale dovrà valutare e sulla cui scorta il governo stabilirà la nuova classificazione delle Regioni, attribuendovi la rispettiva colorazione e le correlate restrizioni. Con l'entrata in vigore del nuovo Dpcm il 6 marzo 2021, le prossime ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza produrranno effetti a partire dal primo giorno non festivo dopo la loro pubblicazione, in questo caso quindi le Regioni che cambieranno "colore" acquisiranno quello nuovo con le correlate regole a partire da lunedì 8 marzo. 

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La situazione in Veneto

Attualmente in Italia troviamo Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento ed Umbria in zona arancione, mentre Basilicata e Molise sono in zona rossa e tutte le altre Regioni in quella gialla, fuorché come detto la Sardegna che si trova collocata in area bianca. Da lunedì prossimo, invece, la sensazione generale è che saranno molte meno le Regioni ancora in zona gialla, e tra quelle che rischiano di passare in fascia arancione vi è anche il Veneto. La nostra Regione, infatti, nel monitoraggio di venerdì scorso aveva avuto quale risultante per l'indice Rt il valore 0.97 (CI: 0.94- 1.01), accompagnato da una classificazione complessiva di rischio pari a "moderato". A questi due valori si aggiungeva un'incidenza di positività settimanale pari a 112,07 casi ogni 100 mila abitanti.

È esattamente attorno a questi tre fattori che si gioca il possibile passaggio in zona arancione della nostra Regione. Secondo i parametri ribaditi nel decreto-legge 23 febbraio 2021 n. 15, infatti, è sufficiente che l'indice Rt varchi il valore 1 e, se gli altri due fattori saranno confermati, la zona arancione sarà inevitabile. Perché una Regione finisca in tale fascia di rischio, infatti, è sufficiente che l'Rt sia superiore ad 1 e venga accompagnato da una valutazione complessiva di rischio «almeno moderato», oltre che da un'incidenza di positività settimanale ogni 100 mila abitanti superiore ai 50 casi (il Veneto era appunto a 112,07 casi positivi sui 100 mila abitanti ed il dato parrebbe essere in aumento). 

Rischio sospensione didattica in presenza

In merito all'incidenza di positività settimanale, il parametro risulta essere fondamentale anche per decidere la sospensione delle attività scolastiche in presenza, così come stabilito dal Dpcm firmato da Mario Draghi. Nel decreto, infatti, è previsto che a prescindere dal colore attribuito ad una Regione, in quelle aree provinciali, comunali o anche addirittura regionali, nelle quali si siano registrati più di 250 contagi ogni 100 mila abitanti nell’arco di sette giorni, sia possibile per i governatori di Regione sospendere la didattica in presenza. 

Secondo l'Ansa, in questa fase il dato regionale in Veneto sarebbe poco sopra i 142 casi per 100.000 abitanti, ma «vi sono aree, come Padova, dove il tasso è 198 casi su 100.000». In realtà il governatore del Veneto Luca Zaia nel punto stampa di oggi, giovedì 4 marzo, ha addirittura annunciato che l'indice Rt del Veneto si aggira attorno al «valore di 1,12». Il governatore Luca Zaia, inoltre, aveva già rivelato ieri anche la scelta di monitorare l'incidenza di positività nei singoli Comuni veneti proprio per poter eventualmente decidere delle chiusure chirurgiche dei singoli plessi scolastici a livello comunale, ovviamente in accordo con i sindaci e nell'eventualità in cui si oltrepassi in talune aree della Regione la soglia fissata dal Dpcm dei 250 casi per 100.000 abitanti. Ma a preoccupare è poi soprattutto l'atteso aumento dell'indice Rt che, come spiegato tanto da Zaia quanto dall'Ansa, al momento avrebbe superato il valore 1 e, ugualmente, il nuovo dato settimanale che emergerà venerdì al monitoraggio della Cabina di regia nazionale «lo si attende non sotto l'1».

Il Veneto, come detto, non è l'unica Regione d'Italia a rischiare il cambio di colore da lunedì prossimo. Tra le Regioni in zona gialla che rischiano il passaggio in arancione vi sarebbero infatti anche il Friuli Venezia Giulia e la Calabria, mentre sia il Lazio che la Puglia sono date sul limite. Altre Regioni rischiano addirittura di passare in zona rossa, tra queste Emilia-Romagna, Campania ed Abruzzo, ma secondo le parole si Guido Bertolaso, attuale consulente per l'emergenza Covid in Lombardia, è un po' tutta l'Italia che si sta «avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa».

Cosa cambia in zona arancione?

Tra le principali restrizioni che il nuovo Dpcm prevede in zona arancione ricordiamo:

  • Spostamenti vietati tra Comuni diversi anche se interni alla propria Regione, con deroga dei "30 km" per i piccoli Comuni (popolazione inferiore ai 5 mila abitanti).
  • Bar e ristoranti non possono fare il servizio al tavolo, ma solo servizio d'asporto e consegna a domicilio.
  • Visita a casa di parenti o amici solo dentro il proprio Comune.
  • Musei chiusi (e ugualmente teatri e cinema chiusi anche dopo il 27 marzo).

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