La zona franca: il clamoroso "interregno" di cui poco si parla lasciato dal Dpcm di Natale
Giuseppe Conte: «Se affrontassimo le festività natalizie con le misure proprie delle aree gialle, sarebbe pressoché inevitabile una nuova impennata della curva di contagio»
Gli studiosi di storia, ed in particolare quelli che si occupano dell'epoca medievale e romana, sono soliti impiegare la locuzione "interregno" per designare una situazione specifica: il periodo che intercorre tra la deposizione, morte o abdicazione di un sovrano e l'elezione o proclamazione del suo successore. Chi comanda in questo periodo di transizione? Chi regna durante l'interregno? Anche il Sacro Romano Impero conobbe tale situazione e una corrente storiografica è solita vedere in questi periodi dei momenti di caos, mentre altre correnti storiografiche ne ridimensionano la portata destabilizzante. Ora, cosa c'entra questa breve premessa con l'attuale situazione pandemica in Italia? C'entra, vediamo di capire perché.
L'annuncio del governatore Fontana: «Da domenica la Lombardia zona gialla». Confini regionali aperti una settimana
Nel corso della sua conferenza stampa di presentazione dell'ultimo Dpcm firmato il 3 dicembre, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha esplicitamente affrontato il tema della cosiddetta "zona gialla". Come noto, l'Italia è oggi divisibile in tre differenti aree di rischio epidemiologico, la rossa, arancione e gialla. Quest'ultima è quella che prevede il numero minore di restrizioni e, tutto sommato, una discreta libertà di spostamento per le persone fisiche. Di fatto in zona gialla è possibile muoversi sempre e senza aver alcuna motivazione, cioè senza necessità di giustificare il proprio spostamento tramite autocertificazione, a partire dalle ore 5 del mattino fino alle ore 22 della sera, vale a dire in orario non di "coprifuoco". Attenzione, è possibile farlo nell'intera Italia zona gialla, e non solo all'interno di una Regione zona gialla. Questo significa che, ad esempio, oggi per un cittadino del Veneto (zona gialla) è possibile spostarsi senza necessità di motivare tale spostamento anche verso la Liguria (altra zona gialla) o persino la Sardegna e la Sicilia (sempre zone gialle). Questo poiché, per le regole stabilite dal Dpcm, nel caso si parta da una zona gialla e si voglia raggiungere un territorio «non soggetto a restrizioni negli spostamenti» (quale appunto è una qualsiasi Regione zona gialla) è anche possibile transitare attraverso territori definiti zona arancione e rossa. Da Verona oggi volete farvi un weekend da turisti sul Gargano in Puglia (zona gialla) o in Friuli Venezia Giulia (zona gialla)? Potete farlo, vi basterà poi rispettare il "coprifuoco" stando in albergo tra le ore 22 e le 5.
È proprio alla luce di queste considerazioni che si spiega la peculiare ulteriore restrizione sugli spostamenti, decisa dal Governo tramite il decreto-legge numero 158 e poi confermato nel Dpcm del 3 dicembre, vale a dire quella che vieta di spostarsi tra Regioni diverse, indipendentemente dal loro "colore", a partire dal 21 dicembre 2020 fino al prossimo 6 gennaio 2021. Oltre a ciò, come noto, è stato disposto che tale divieto vigente in questo arco temporale, per i soli giorni di Natale, Santo Stefano ed il primo dell'anno, valga per gli spostamenti non solo tra Regioni diverse, ma anche tra Comuni diversi interni ad una stessa Regione (sul tema è in corso una discussione, ma al momento così stanno le cose). Il premier Giuseppe Conte, parlando in diretta televisiva con l'Italia intera collegata, il 3 dicembre scorso ha dapprima ricordato che «è ragionevole prevedere che nelle prossime settimane, in prossimità delle festività natalizie, tutte le Regioni saranno zone gialle», per poi giustificare così le ulteriori restrizioni previste per il periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021: «Questi risultati ci confortano - aveva detto il premier Conte - ma c'è un aspetto che non ci consente di abbassare la guardia: sono in arrivo le festività natalizie, se le affrontassimo con le misure proprie delle aree gialle, sarebbe pressoché inevitabile una nuova impennata della curva di contagio. È per questa ragione che siamo costretti a prevedere un piano di misure che preveda ulteriori restrizioni, le limitiamo al periodo dal 21 dicembre al 6 gennaio».
Ora, come al solito ci si avvicina ad un nuovo importante appuntamento, quello di venerdì 11 dicembre, quando la cabina di regia si riunirà per analizzare i vari dati epidemiologici relativi alle Regioni e stabilire eventuali cambi di fascia di rischio, cioè mutare i "colori" alle varie Regioni. In sostanza, una volta che il ministro della Salute Roberto Speranza avrà firmato le nuove ipotetiche ordinanze, in Italia si potrebbero avere nuove Regioni zona gialla già a partire da domenica 13 dicembre. Tra queste Regioni, potrebbero esserci ad esempio la Lombardia (il Governatore Attilio Fontana lo ha già annunciato ufficialmente), ma anche la Toscana o la Campania, tutte Regioni che l'ultimo monitoraggio ufficiale indicava in miglioramento, con il famoso indice Rt attorno ad 1, o addirittura al di sotto di 1. Ad oggi, le Regioni in area gialla sono 11 più la Provincia autonoma di Trento, ma da domenica 13 dicembre potrebbero aumentare almeno a 14 o forse anche più. Non sfuggirà altresì che, dal 13 dicembre fino al 20 dicembre compreso, le «ulteriori restrizioni» previste per il periodo natalizio non saranno affatto in vigore.
Ipotesi d'Italia divisa dai colori dal 13 dicembre 2020
Il vero elemento di novità dell'ultimo Dpcm, cioè il divieto di spostamento tra Regioni diverse indipendentemente dal loro colore, di fatto non avrà effetto che a partire dal 21 dicembre. Come definire questa fase di transizione tra il 13 ed il 20 dicembre 2020, se non appunto come un periglioso "interregno" tra un regime di zona gialla soft e quell'altro regime di zona gialla rafforzata, definito dal nuovo Dpcm, ma i cui effetti riguardano appunto solo il periodo natalizio (21 dicembre 2020-1 gennaio 2021)? Come altro nominare un'Italia con oltre la metà delle sue Regioni potenzialmente divenute gialle in quella fatidica settimana tra il 13 ed il 20 dicembre 2020, se non una specie di zona franca, in cui il giallo, per stessa ammissione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, appare inadeguato a garantire sufficienti restrizioni e, dunque, tutele? Legittimo porsi il problema.
Si pensi ad esempio al semplice fatto, concernente da vicino il Veneto e ancor più la provincia di Verona, che se anche solo a mutar colore dovesse essere la confinante Lombardia, oggi zona arancione e da domenica pare ormai ufficialmente zona gialla, vorrebbe dire rendere nuovamente possibile, tra il 13 ed il 20 dicembre, tutti gli spostamenti interregionali, compresi quelli per turismo, ed anche persino le visite a casa tra parenti, amici, fidanzati e congiunti di sorta che, ad oggi, invece tra le due Regioni non sono possibili. Per di più, con l'incombere dell'inizio del nuovo regime restrittivo fissato per lunedì 21 dicembre, è verosimile che proprio nella settimana precedente e, soprattutto durante il weekend del 19 e 20 dicembre, in molti tenderanno a sfruttare la maggiore libertà ammessa, producendo così in tal periodo un'elevata concentrazione degli spostamenti e, dunque, delle occasioni di contagio. In quella settimana, se la Lombardia diventerà come pare a tutti gli effetti zona gialla (e il Veneto non diventase arancione), un veronese potrebbe andare a Milano a fare shopping, ma ugualmente un bresciano potrebbe venire in via Mazzini a Verona per acquistare i suoi regali di Natale.
Lombardia zona gialla dal 13 dicembre 2020 - Governatore Attilio Fontana post Facebook
A tali considerazioni, si aggiungano le parole pronunciate giusto ieri dal professor Andrea Crisanti, il quale ha esplicitamente parlato di «paradossi della zona gialla», sottolineando come tra i criteri per l'attribuzione dei "colori" alle Regioni, rientrino anche quelli relativi alla capacità di resilienza a livello ospedaliero di ogni singola Regione, ad esempio il numero di posti letto disponibili in Rianimazione e la capienza dei reparti. Di qui, pertanto, ha detto il professor Andrea Crisanti, «succede un effetto paradosso, cioè che la Regione che è più preparata dal punto di vista sanitario permette al virus di trasmettersi di più, perché ha delle misure restrittive più blande». Come detto, a partire dal 21 dicembre 2020 tali «misure più blande» verranno rafforzate nella zona gialla, ma tra il 13 ed il 20 dicembre, invece, che succede? O, detto in altri termini, cosa accadrà sotto il profilo epidemiologico in quella settimana se l'Italia, appunto già da questa domenica, si ritroverà in lungo e in largo ad essere zona gialla? Certo, vanno pur sempre considerate le «forti raccomandazioni» del Governo inserite nell'ultimo Dpcm, ma c'è ugualmente da auspicare che alla domanda "chi regna durante l'interregno?", non ci si ritrovi, col senno di poi, a dover infine rispondere tra quindici giorni: il virus.