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Zaia: «Crescono i dati nelle terapie intensive, in particolare nel Veronese»

«Siamo molto preoccupati di quello che sta accadendo a Verona: abbiamo le terapie intensive che sono assolutamente sotto tensione», ha ribadito il governatore del Veneto

«In terapia intensiva abbiamo oggi 338 persone, voi capite che stanno crescendo i dati delle terapie intensive, in particolare proprio in quelle zone dove pensavamo di avere delle "isole felici", e sto parlando in particolar modo del Veronese», così si è espresso questa mattina, venerdì 27 marzo, il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso del tradizionale punto stampa dedicato all'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di coronavirus Sars-CoV-2. Il governatore ha anche fornito il numero dei nuovi nati di oggi (82 bambini), «la vita che continua» per usare le sue parole, in una giornata peraltro particolare per Zaia essendo anche il suo compleanno.

«La situazione è per noi ancora preoccupante, ci avviciniamo poi al fine settimana e le nostre ordinanza restano vigenti. Non le facciamo per essere sadici - ha sottolineato Zaia -  ma perché siamo estremamente convinti che questo regime di isolamento volontario indotto nei cittadini stia dando i suoi risultati. Rispetto ai nostri modelli vi posso garantire che abbiamo tre giorni di ritardo, e questi li abbiamo ottenuti solo perché i veneti si sono messi d'impegno. Per questo chiedo a tutti di restare a casa, i risultati si vedono, ma il contagio c'è e il fenomeno è un'autentica tragedia, perché le 338 persone in terapia intensiva le possiamo curare semplicemente per un motivo, perché noi in anticipo abbiamo iniziato a comprare attrezzature supplementari».

Il governatore del Veneto ha poi auspicato una sorta di «sospensione della privacy», per consentire di monitorare gli eventuali spostamenti (proibiti) delle persone risultate positive al virus: «Abbiamo la necessità, - ha detto Zaia - di sapere che chi è in quarantena resti davvero a casa. Mi auguro che il governo adotti anche le nuove tecnologie come i droni che sono in grado di monitorare la temperatura corporea delle persone, perché così è possibile intercettare anche nei flussi di movimento i soggetti ammalati ed eventualmente predisporre un isolamento fiduciario».

Il governatore del Veneto ha poi dato qualche numero in merito ai tamponi sin qui realizzati su scala regionale: «Abbiamo fatto fino ad oggi 83.025 tamponi, di questi sono 27.436 quelli fatti al personale sanitario e vogliamo proseguire su questa strada fino ad arrivare a farne 20mila al giorno di tamponi». A tale scopo, il presidente del Veneto ha annunciato che un nuovo macchinario per analizzare i tamponi effettuati, dovrebbe nei prossimi giorni arrivare ed entrare in funzione proprio nell'azienda ospedaliera integrata di Verona. Sull'eventuale riapertura delle scuole, invece, il governatore del Veneto Zaia è parso piuttosto pessimista: «Forse non riapriranno più le scuole, si finirà l'anno scolastico, perché la vedo dura con questi numeri mettere a repentaglio la salute dei ragazzi e soprattutto creare un popolo di contagiatori».

Sulla situazione di Verona Zaia è poi stato piuttosto chiaro: «Siamo molto preoccupati di quello che sta accadendo a Verona: abbiamo le terapie intensive che sono assolutamente sotto tensione, stiamo allestendo ancora postazioni e la scelta su Villafranca (oggi "Ospedale Covid" ndr) è diventata una realtà, abbiamo svuotato un ospedale per portarci i pazienti "Covid". Stiamo poi attrezzando Marzana e stiamo continuando ad allestire terapie intensive e subintensive a Borgo Trento e Borgo Roma e, sostanzialmente, oggi il pensiero più importante che abbiamo è nel Veronese, perché c'è una contiguità con la provincia di Brescia. Il Veronese è oggi la realtà che ricovera più pazienti al giorno e purtroppo non solo in Infettive, ma anche nelle terapie intensive». 

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