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Sospese in tutti gli ospedali veneti le attività chirurgiche non urgenti per liberare posti di terapia intensiva

Il governatore Zaia: «Se come cittadini non rispettiamo le misure di contenimento, dobbiamo prepararci a dei picchi nelle terapie intensive, e vi ricordo che ci sono picchi oltre i quali salta la sostenibilità del sistema»

Per preservare i posti letto di area intensiva, in previsione di un massiccio afflusso di pazienti, la Regione del Veneto ha definito e attivato una serie di nuove modalità operative dell’intero sistema sanitario.  Tra le principali disposizioni è stata decisa la sospensione dell’attività chirurgica non urgente che richieda ricovero in terapia intensiva post operatoria, ad eccezione degli interventi indifferibili in considerazione delle condizioni cliniche dei pazienti. È stata inoltre stabilita la sospensione delle attività di specialistica ambulatoriale pubblica e privata convenzionata, ad eccezione delle categorie temporali U (urgente) e B (breve) e degli ambiti materno infantile e oncologico.

La nuova organizzazione operativa sarà valida fino al 15 aprile 2020 ed è stata condivisa dal Comitato Scientifico per il coronavirus istituito in Veneto con delibera di Giunta regionale del 12 marzo. «Questo virus è arrivato in Italia con una fama di "simil influenza", - ha spiegato il governatore della regione Veneto Luca Zaia nel punto stampa usuale di questa mattina - oggi sappiamo invece che una percentuale di persone che lo contrae finisce in terapia intensiva». Di qui dunque la necessità di questa riorganizzazione a livello di sistema ospedaliero regionale, per evitare la saturazione dei posti letto attrezzati con macchine adeguate per la terapia intensiva. 

«Se come cittadini non rispettiamo le misure di contenimento, vale a dire stare a casa, - ha spiegato ancora il governatore del Veneto Zaia - dobbiamo prepararci a dei picchi nelle terapie intensive, e vi ricordo che ci sono picchi oltre i quali salta la sostenibilità del sistema, per cui dobbiamo assolutamente chiedere l'aiuto da parte di tutti». Zaia ha quindi snocciolato qualche numero riguardo proprio la disponibnilità in tutto il Veneto dei posti letto in terapia intensiva: «Stiamo lavorando sul fronte delle terapie intensive, abbiamo i nostri 494 posti più una serie di altri che, ragionevolmente, ci consentono di arrivare a quota 700 posti, stiamo anche attendendo l'arrivo di 102 macchine che ho concordato nella distribuzione a livello nazionale, ne attendiamo almeno altre 100 e ovviamente, più macchine riusciamo a portare a casa, più postazioni possiamo garantire».

L'elenco delle nuove misure decise dalla Regione Veneto

1. Sospensione con effetto immediato di tutta l’attività chirurgica programmata per la quale è previsto il ricovero in terapia intensiva post operatoria ad eccezione degli interventi indifferibili in considerazione del quadro clinico dei pazienti, e in particolare nell’ambito della chirurgia oncologica tenendo conto della storia naturale della malattia e dei protocolli integrati con chemio e radioterapia adiuvante

2. Per disporre di personale per la gestione dei posti letto aggiuntivi sia di terapia intensiva che semintensiva si richiede di ridurre l’attività chirurgica programmata non urgente nell’ottica di recuperare personale per garantire la gestione di tali posti letto attivati secondo il piano regionale per la gestione emergenza COVID-19.

3. Sospensione di tutta l’attività di specialistica ambulatoriale delle strutture pubbliche e private accreditate a eccezione delle prestazioni prioritarizzate come U e B, garantendo, sia come prime visite specialistiche che di controllo, l’attività in ambito materno-infantile ed oncologico (sarà cura di ogni struttura avvertire gli utenti programmati con altre priorità per riprogrammare l’appuntamento al termine dello stato di emergenza; i medici prescrivano le prestazioni con le priorità di cui sopra fermo restando comunque la possibilità di segnalare situazioni cliniche meritevoli di controlli ravvicinati).

4. Misure di mitigazione del rischio presso tutti i servizi, e in particolare presso i punti prelievo.

5. Chiusura degli URP e tutti gli sportelli di prenotazione con un contestuale potenziamento delle prenotazioni telefoniche

6. Le risposte dei referti di laboratorio e degli esami strumentali verranno inviate per posta a domicilio dell’utente qualora non accessibili online.

7. L’attività di distribuzione diretta dei farmaci dovrà essere limitata a quelli ad esclusiva distribuzione ospedaliera, erogando fino a 3 mesi di terapia dopo la dimissione da ricovero o a seguito di visita specialistica; dovrà essere utilizzato il canale delle farmacie territoriali utilizzando il flusso della distribuzione per conto (DPC) per tutti i farmaci. 

8. Le attività relative all’assistenza psichiatrica vanno mantenute inalterate mentre ogni attività distrettuale rivolta al pubblico va sospesa eccezion fatta per le urgenze e l’assistenza domiciliare.

9. Nell’ambito dell’attività dei Dipartimenti di Prevenzione, l’attività dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica è da sospendere interamente ad eccezione delle prestazioni urgenti o non differibili, quali, a titolo esemplificativo, le attività vaccinali con carattere di urgenza, quelle previste dal calendario vaccinale pediatrico per la fascia di età 0-6 anni, quelle rivolte alle sorveglianza delle malattie infettive, le attività di screening oncologico di secondo livello e le attività di certificazione medico legale con carattere d’urgenza.

10. Tali disposizioni, condivise dal Comitato scientifico di cui alla DGR 269/2020 nella seduta del 12 marzo, trovano applicazione sino al 15 aprile.

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