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Nuovi guai per Volkswagen Italia: MDC ricorre all'Antitrust e alla Procura di Verona

Il Movimento Difesa del Cittadino ha deciso di presentare un ricorso per sospendere la vendita dei modelli coinvolti nello scandalo sulle emissioni e un esposto per valutare la sussistenza della frode in commercio e del disastro ambientale

Dopo l'iniziativa presa da una giovane coppia di coniugi tramite Agitalia, che potrebbe anche tramutarsi in una class action, arrivano nuove grane per Volkswagen Italia in seguito allo scandalo sulle emissioni dei veicoli tedeschi scoppiato nei giorni scorsi. Il Movimento Difesa del Cittadino infatti avrebbe presentato un ricorso presso l'Antitrus e la Procura di Verona, contro il gruppo automobilistico. 
Questa la nota apparsa sul sito https://www.difesadelcittadino.it/

Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) ha depositato un ricorso all’Antitrust per chiedere una sospensione cautelare delle vendite dei modelli coinvolti dal caso Dieselgate Volkswagen in Italia. Alla base del ricorso il rischio dell’acquisto da parte dei consumatori di un prodotto altamente difforme dalle caratteristiche tecniche di inquinamento ambientale promesse e garantite.

La manipolazione del software “defeat device” ha consentito alla Volkswagen di ridurre le emissioni di gas fino al 40% su alcuni modelli, al fine di farle sembrare meno inquinanti rispetto al normale utilizzo. Questo scandalo riguarda, come confermato dalla stessa azienda sul proprio sito web, circa 11 milioni di modelli diesel venduti in tutto il mondo.

MDC, in attesa dei chiarimenti che tardano ad arrivare dall’azienda, ha deciso di chiedere all’Antutrust lo stop cautelare delle vendite in Italia dei seguenti modelli (con motori del Tipo EA 189) incriminati dall’EPA negli USA:

  • Jetta (2009 – 2015);
  • Jetta Sportwagen (2009-2014);
  • Beetle (2012 – 2015);
  • Beetle Convertible (2012-2015);
  • Audi A3 (2010 – 2015);
  • Golf (2010 – 2015);
  • Golf Sportwagen (2015);
  • Passat (2012-2015).

Sono l’ambiente ed i consumatori le uniche vere vittime di tutta questa vicenda e non solo la reputazione della Volkswagen – dichiara Francesco Luongo, vicepresidente nazionale di MDC – per questo abbiamo deciso di interpellare l’unica Autorità competente per la tutela che è l’AGCM. Si tratta di una condotta scorretta che si è mossa su due binari: il primo ha riguardato la manomissione del software da parte dell’azienda, su cui hanno chiesto chiarimenti non pervenuti anche i Ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente e, il secondo, relativo alla pubblicità ingannevole presente su molti siti, con indicazione specifica anche sulle emissioni di Co2 “a norma” che ha indotto all’acquisto dei veicoli”.

L’associazione ha anche deciso di depositare un esposto presso la Procura di Verona per valutare la sussistenza della frode in commercio e del disastro ambientale. MDC ricorda che la certificazione della rispondenza delle omologazioni dei veicoli e le verifiche sulle emissioni inquinanti sono emesse sulla base della norma comunitaria – obbligatoria – “Direttiva Quadro 2007/46”, inerente le procedure e le verifiche di tutti i veicoli. Nel caso specifico del costruttore Audi-Volkswagen, le omologazioni sono rilasciate nella maggioranza dei casi dal KBA – autorità tedesca di certificazione di cui chiederà l’acquisizione alla Procura.

MDC ha anche richiesto il sequestro preventivo di tutte le auto incriminate ancora nei concessionari e depositi, nonché il sequestro cautelare e la confisca dei beni della Volkswagen e degli amministratori responsabili quale frutto del possibile reato e di quelli che saranno necessari a rifondere il danno ambientale causato all’Italia dalle emissioni di CO2 fuori norma dei veicoli incriminati.

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