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Disordini e violenze dopo Hellas Verona - Napoli, finiscono agli arresti domiciliari tre ultras gialloblu: il video

Un quarto soggetto si sarebbe invece reso «irreperibile» riuscendo così ad evitare l'arresto. All'origine alcuni ultras gialloblu avrebbero preso di mira «gente comune, senza alcun segno distintivo, padri, madri, giovani e bambini», la cui unica "colpa" sarebbe stata quella di essere sostenitori del Napoli

Il giorno di Ferragosto, allo stadio Bentegodi, si è disputata la prima partita del campionato di calcio di serie A 2022/2023, tra l’Hellas Verona ed il Napoli. Per la sfida, vista la nota rivalità da sempre esistente tra le due tifoserie, sono state adottate apposite misure finalizzate a contenere i rischi di possibili turbative all’ordine ed alla sicurezza pubblica. Secondo quanto riportato da una nota della questura scaligera, durante tutte le operazioni di scorta della tifoseria ospite verso l’impianto sportivo e nel corso dell’afflusso dei tifosi al Bentegodi, non si sarebbero registrate criticità all’ordine ed alla sicurezza pubblica. Anche la partita, alla quale hanno assistito circa 13.000 spettatori di cui 980 supporter partenopei, si è svolta regolarmente «senza episodi degni di nota, tali da pregiudicare la tenuta dell’ordine pubblico».

Lo scenario, tuttavia, sempre secondo ciò che riporta la nota della questura di Verona, sarebbe cambiato radicalmente nel dopopartita, quando alcuni sostenitori del Napoli, «non appartenenti alla categoria ultras», legittimamente si sono ritrovati a percorrere le vie intorno all’impianto sportivo per recuperare i veicoli precedentemente parcheggiati. Tra costoro vi sarebbero state tutte persone che la questura di Verona descrive come «gente comune, senza alcun segno distintivo, padri, madri, giovani e bambini». Tuttavia, la sola loro «presenza "in territorio gialloblu"», evidenzia sempre la nota della questura scaligera, avrebbe dato il via ad un'«azione di forza degli ultras veronesi sfociata in un’aggressione ai danni di alcuni appartenenti alla "squadra tifoserie" della digos scaligera».

Erano circa le ore 21, precisa la questura di Verona, quando sarebbe avvenuto lo «spostamento compatto di una settantina di ultras veronesi» che, dopo aver «tentato invano di raggiungere il settore ospiti», percorrendo la strada che costeggia la Tribuna Est (prontamente chiusa dal personale dei reparti organici), si sarebbero portati verso il settore di Tribuna Ovest. Secondo la ricostruzione dei fatti fornita dalla questura, gli ultras scaligeri sarebbero stati «mossi dall’intenzione di intercettare i tifosi partenopei in uscita dal parcheggio loro dedicato». A quel punto, precisa la nota della polizia, «di corsa i tifosi napoletani hanno trovato rifugio dietro le forze dell’ordine».

Una volta giunti nei pressi del settore di Tribuna Ovest, la questura spiega che da parte dei poliziotti sarebbe stato notato nel gruppo degli ultras gialloblu, in particolare, «un solo tifoso con il viso completamente travisato». Quest'ultimo, in base a ciò che riferisce la polizia, sarebbe «provocatoriamente passato più volte dinanzi al personale digos, incitato da altri tifosi». Poiché travisato in volto, i poliziotti spiegano di aver sospettato che «potesse essere sottoposto alla misura del Daspo» e, inoltre, lo stesso «atteggiamento dell’uomo ha indotto il personale digos ad intervenire per identificarlo compiutamente». Proprio nel momento in cui i poliziotti avrebbero cercato di procedere all'identificazione dell'uomo, si sarebbe «scatenata la rabbia degli altri appartenenti alla tifoseria veronese». Ed è in questo frangente che, chiarisce la nota della questura di Verona, uno dei cinque operatori digos sarebbe stato preso e «portato con violenza all’interno del gruppo», quindi «riempito di calci e pugni al corpo e alla testa».

La nota della questura di Verona, inoltre, spiega che gli altri quattro poliziotti presenti, nel tentativo di liberare il collega, sarebbero stati anche loro «fatti bersaglio di spintoni e svariati colpi». La stessa nota della questura chiarisce quindi che, nonostante l’aggressione e grazie all’immediato intervento dei reparti di rinforzo, «gli operatori non hanno riportato lesioni gravi, ma solo leggere contusioni». La polizia precisa quindi che gli ultras avrebbero poi continuato a «fronteggiare i reparti rendendosi responsabili del lancio di oggetti e di petardi all’indirizzo del personale operante», mentre uno in particolare avrebbe anche «tentato a più riprese di colpire con la fibbia della cintura un operatore dei carabinieri». Solo più tardi, i tifosi si sarebbero allontanati definitivamente dal posto.

Terminato il servizio, dopo ben «36 ore di indagini serrate» che avrebbero consentito alla polizia di «ricostruire parte della dinamica dell’aggressione e di individuare alcuni dei responsabili», nel corso della mattinata del 17 agosto, coordinati dalla procura scaligera, gli agenti della digos di Verona riferiscono di aver proceduto all’«arresto in flagranza differita di tre ultras veronesi». Secondo le accuse, i tre arrestati si sarebbero resi «responsabili dei fatti di violenza», mentre un quarto ultras sarebbe risultato «irreperibile» e, chiarisce la questura, «di fatto ha evitato l’arresto». La nota della polizia spiega dunque che i tre «sono stati arrestati per violenza e lesioni pluriaggravate nei confronti di pubblico ufficiale commesse in occasione di manifestazioni sportive», nonché per «possesso e lancio di materiale».

La stessa questura di Verona, inoltre, precisa che dei tre arrestati, i quali risulterebbero «tutti ventunenni», solo uno annovererebbe «diversi precedenti di polizia» e sarebbe peraltro «noto alla digos scaligera anche per la sua militanza nel movimento politico di estrema destra Casapound Italia». Questi, sempre secondo ciò che viene affermato nella nota della questura, risulterebbe inoltre «avere a suo carico precedenti per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive, rissa, porto di armi o oggetti atti ad offendere, lesioni, violenza privata e minaccia». Oltre a ciò, costui sarebbe stato «già sottoposto alla misura di prevenzione Daspo e violazione norme Covid-19».

Al termine delle operazioni di rito, la nota della questura comunica che tutti e tre gli arrestati «sono sati associati presso la locale casa circondariale di Verona-Montorio». Questa mattina il giudice, dopo la convalida degli arresti, ha disposto nei confronti dei tre giovani gli «arresti domiciliari». La polizia, infine, precisa che al momento stanno proseguendo «in maniera serrata» le indagini finalizzate alla compiuta identificazione di tutti gli altri ultras che potrebbero aver concorso nei reati contestati ai tre arrestati. In ultima istanza, la nota della polizia annuncia che «nei confronti di tutti verranno emessi dal questore di Verona, Dott.ssa Ivana Petricca, le misure finalizzate ad interdire loro l’accesso ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive».

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