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Cronaca Zai / Viale del Lavoro

Vinitaly festeggia il Sassicaia e guarda alla Russia nonostante le sanzioni

Celebrato il vino toscano a 50 anni dalla sua entrata in commercio. Intanto si sono incontrati i viceministri all'agricoltura di Italia e Russia per delineare nuove vie di cooperazione tra i due paesi

L'episodio dei vini della Crimea sequestrati al Vinitaly a causa delle sanzioni alla Russia pare non abbia rovinato il clima alla manifestazione di Veronafiere che per la prima volta ha ospitato dei produttori di vino russi. Ieri, 11 aprile, c'è stato anche l'incontro tra il viceministro all'agricoltura italiano Andrea Olivero con il suo omologo russo Sergey Levin. "L'incontro - scrivono dal ministero - ha permesso di fare il punto sui rapporti bilaterali tra i due paesi in merito agli interscambi commerciali e agli investimenti legati al settore agroalimentare anche alla luce delle difficoltà dovute all'embargo russo. È stato evidenziato che, oltre al rafforzamento delle esportazioni di vino, si possono delineare nuove vie di cooperazione generate dall'avvio della produzione vitivinicola in Russia". Insomma, i rapporti tra Italia e Russia per quel che riguarda il vino non sembra tesi e questo non può che essere un vantaggio per i produttori italiani che sperano di sfruttare il previsto aumento di domanda dei prossimi anni.

Intanto nell'edizione numero 51 del Vinitaly è stato reso omaggio ad un vino in particolare: il Sassicaia. Con una degustazione sono stati ricordate alcune particolari annate di questo vino che è entrato in commercio esattamente 50 anni fa ed è alla sua partecipazione numero 30 al Vinitaly.

Vinitaly e Sol&Agrifood 2017 (Foto Ennevi - Veronafiere)

Infine, produzione di vino e legalità sono state al centro di una tavola rotonda organizzata dal sindacato Uil agricoltura. All'incontro hanno partecipato il ministro per le politiche agricole Maurizio Martina e i presidenti di Coldiretti Roberto Moncalvo e di Federalimentare Luigi Scordamaglia. La tavola rotonda è servita per discutere di alcune proposte di modifica avanzate dal sindacato sulla legge contro il caporalato. "Siamo stati tra i più convinti e tenaci sostenitori di questa legge e ci siamo battuti con tutte le nostre forze per averla - ha dichiarato il segretario generale di Uil agricoltura Stefano Mantegazza - La consideriamo però un punto di partenza e crediamo sia già necessario introdurre alcuni importanti correttivi, sia sul versante repressivo che su quello propositivo della legge. Diciamo no al reato penale anche per una lieve omissione di tipo amministrativo solo perché reiterata. E sul fronte della rete del lavoro agricolo, che rappresenta l'unica alternativa valida al caporalato, dobbiamo purtroppo constatare che la cabina di regia è nata morta: l'Inps che la presiede l'ha chiusa in una stanza, buttando via le chiavi. Il legislatore l'ha appesantita di tali e tanti grovigli burocratici da renderla del tutto inefficace".

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