rotate-mobile
Cronaca Zai / Viale del Lavoro

Vinitaly, la domanda di vino nel mondo crescerà ma la Brexit è un'incognita

I dati Ismea mostrano che l'aumento maggiore di richiesta da qui al 2020 si avrà in Cina, Russia e Stati Uniti, mentre l'uscita dell'Inghilterra dall'UE sta già penalizzando il vino italiano

Ieri, 10 aprile, secondo giorno di Vinitaly con inaugurazione di Sol&Agrifood e con la presentazione di uno studio sui possibili scenari riguardanti il mercato mondiale del vino da qui al 2020, presentato da Ismea. "Si prevede una crescita sia nella produzione (+2,4%), sia sui consumi mondiali di vino, per i quali si annuncia un incremento complessivo del 4,3%, con punte in Cina, (+21,6%), Russia (+6,1%) e Usa (5,7%). Tra i Paesi produttori, è l’Italia a crescere di più, con un aumento delle vendite in valore del 10% nel prossimo quadriennio, meglio di Francia e Cile (+6,1%), Usa (+4,3%) e Spagna (+3,6%) - ha illustrato il direttore generale di Ismea Raffaele Borriello - Spicca l'incremento dei consumi previsto in Cina, che raggiungerà così i livelli della Germania, mentre i consumi interni del nostro paese resteranno stabili (+0,9%) dopo i minimi dell'ultimo quinquennio".

Parlando di esportazioni, un focus è stato fatto sulla Gran Bretagna post Brexit. "È significativo e positivo il fatto che circa 500 nuovi buyer inglesi abbiano deciso di partecipare quest'anno al Vinitaly - ha detto il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani - Non escludo che ciò che sta succedendo non possa trasformarsi invece in opportunità per il vino italiano". L'Inghilterra rimane un mercato storicamente molto importante per l'Italia e oltre la metà del vino italiano esportato in Gran Bretagna proviene da cooperative. Per questo anche l'Alleanza delle cooperative agroalimentari si è interrogata sulle ripercussioni della Brexit. "Molte cantine - ha spiega Ruenza Santandrea, coordinatrice vino dell'Alleanza delle cooperative agroalimentari - hanno subito un primo scossone a causa della svalutazione della sterlina. Il vino in Inghilterra ha già un prezzo più alto perché la Gran Bretagna ha scelto di applicare accise molto alte. La pressione fiscale già particolarmente elevata lascia in qualche modo escludere uno scenario futuro che veda il governo britannico intervenire pesantemente sul libero commercio introducendo ulteriori dazi".

Secondo giorno di Vinitaly 2017 (Foto Ennevi - Veronafiere)

Infine secondo i dati Ismea, il mercato interno italiano resterà stabile nei prossimi anni, con gli italiani che comprano vino soprattutto nei supermercati. È quanto emerso nel corso di una tavola rotonda organizzata da Veronafiere sul tema del vino nella grande distribuzione. I dati diffusi durante la tavola rotonda hanno mostrato una diminuzione degli acquisti di bottiglioni da un litro e mezzo, di vini sfusi, di damigiane e di brik, mentre la bottiglia da 0,75 litri è la regina del mercato. I vini fermi sono più richiesti dei vini frizzanti e crescono rapidamente anche i vini biologici.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vinitaly, la domanda di vino nel mondo crescerà ma la Brexit è un'incognita

VeronaSera è in caricamento