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Cronaca

Vinitaly apre al progetto di "cantina sostenibile"

Tradizione ed innovazione al centro del convegno organizzato a Veronafiere

"Il tema più forte con il quale, nei prossimi anni, tutti i settori produttivi si dovranno confrontare è l'ecosostenibilità”, come spiega Giacomo Mojoli, docente della Facoltà del Design del Politecnico di Milano, e, in particolare quella in cantina, sarà un tema al centro di Vinitaly, uno degli eventi più importanti dell’enologia internazionale.

Non si butta via niente e si fa tutto in “casa”, proprio come una volta, lungo una via colorata di verde che permette di abbattere i costi e contrastare la crisi. E’ questa la filosofia della cantina “environmental friendly”, luogo in cui si uniscono tradizione ed innovazione all’insegna della sostenibilità ambientale, e dove le parole chiave sono due: risparmio da una parte e autoproduzione dall’altra. Nel mondo dell’enologia si moltiplicano gli esempi capaci di rispondere alla logica “green”: dalle bottiglie alleggerite alle etichette in carta riciclata fino alla bio-benzina ottenuta con l’etanolo, perché sempre di più, dal campo alla cantina, il vino può essere un alleato dell’ambiente e della sostenibilità. Se più in generale, la sostenibilità “non ha solo una valenza di carattere di rispetto ambientale, ma di lungimiranza, è una nuova visione dell’economia, attenta, e che, proprio nell’ecosostenibilità può vedere grandi opportunità di sviluppo, e nella quale si colloca tutta l’agricoltura e, nello specifico, la grande potenzialità della produzione vitivinicola”.

E’ il caso delle cantine “environmental friendly”, che non si basano più solo sulla vitivinicoltura biologica e biodinamica ma si impegnano anche per la riqualificazione del territorio in cui operano, con pratiche che vanno, ad esempio, dall’inerbimento per salvaguardare i terreni dall’erosione al recupero dei terrazzamenti contro le frane. Tra le regole da seguire per le cantine ecosostenibili c’è anche la riduzione dei consumi idrici e del fabbisogno di acqua delle viti, con l’irrigazione dei vigneti localizzata o attraverso sistemi di raccolta e conservazione delle acque, insieme all’utilizzo, quanto più possibile, delle energie rinnovabili, grazie all’abbondante disponibilità di risorse naturali nelle campagne, quali il sole e le biomasse (gli ammassi di materiale organico generato dai vigneti). “La scommessa è pensare alla viticoltura sostenibile - prosegue Mojoli - ma più complessivamente questo significa pensare a cantine interamente sostenibili, dalla terra alla progettazione architettonica. L’aspetto agronomico dei vigneti è il fulcro attorno al quale deve girare il tutto, ma non possiamo accontentarci di un’ecologia che sia verde solo dal punto di vista agronomico. Ciò che conta è l’aspetto generale della produzione, dall’energia all’acqua, dalle materie prime all’impatto delle emissioni di Co2 nell’ambiente".

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