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Cronaca Villafranca di Verona / Piazza Castello

Da Fabi a Marilyn Manson: il Villafranca Festival supera le 32mila presenze

L'edizione 2017 della rassegna ha visto alternarsi sul palco del Castello Scaligero artisti italiani, internazionali e dj di fama mondiale, che ne hanno consolidato e riconfermato il successo

Nove appuntamenti, di cui 7 concerti, una delle feste più di tendenza del momento ed una serata con i dj più influenti della scena internazionale.
Il Villafranca Festival chiude l’edizione 2017 con oltre 32.000 spettatori ed un crescendo di emozioni, che consolidano e riconfermano il successo di un evento ormai parte fondamentale della tradizione del territorio veronese.

Un incontro tra storia e musica che ogni anno si ripete grazie al supporto e sostegno dell’amministrazione comunale di Villafranca, e in particolare grazie al sindaco Mario Faccioli, sempre pronto a collaborare con entusiasmo alla resa di una manifestazione che, edizione dopo edizione, ribadisce il suo essere punto di riferimento per la musica nazionale ed internazionale.
Anche quest’anno nomi del panorama musicale italiano si sono alternati ad artisti di fama mondiale: un ping pong tra la nostra musica e quella oltre i confini italiani che ha dato vita ad una partita perfettamente equilibrata, di quelle senza vincitori né vinti, che vengono ricordate perché sanno emozionare.
Un’intensità crescente, una programmazione inaugurata con il cantautorato intimista di Fabi e chiusa con il metal di Marilyn Manson, passando dalla musica di Mannarino, dal folk dei The Lumineers, dal pop di Renga, dalla techno di Richie Hawtin, dal rap (o trap) di Ghali e dal rock dei Litfiba: una centrifuga di emozioni diverse che, per un incontro di destini, si sono ritrovate nello stesso luogo, scoprendosi, alla fine, semplicemente gli stessi risultati di prodotti differenti.

Dopo una chiusura sold out con il tanto discusso Marilyn Manson, è tempo per il Villafranca Festival di smaltire la sbornia di voci, grida, urla, sorrisi, canzoni, divertimenti, abiti eccentrici, lacrime e risate, per poi tornare svuotato nell’anima, ma non nella mente, a quella razionalità necessaria per pensare all’edizione del 2018.

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