rotate-mobile
Cronaca Stadio / Piazzale Olimpia

Quando il «pien l'è udo», o l'importanza di chiamarsi Ernesto

Aveva fatto sorgere nuove polemiche sulla stampa nazionale un video con dei presunti «cori razzisti» attribuiti ai tifosi gialloblu al bar, ma la vicenda è tutt'altro che definita e lapalissiana

Bisognerebbe forse tutti quanti darsi un po' una calmata, ripartire con pazienza da zero, fare un bel respiro profondo...tutte cose naturalmente impossibili. Ed allora ecco che sul viale del tramonto della politica, un bel giorno a Verona sono arrivati persino ad incontrarsi, in un bar intorno allo stadio, un gruppo festante di tifosi gialloblu ed il letterato Oscar Wilde. Sì perché l'ultima vicenda mediatica in ordine di tempo piovuta sulla città di "Giulietta e Romeo", è oggettivamente degna di una «commedia triviale per persone serie», quale per l'appunto The Importance of Being Earnest (L'importanza di chiamarsi Ernesto).

L'antefatto

Nella giornata di ieri, venerdì 13 dicembre, è iniziato a circolare sul web un video (di cui non si specificava origine né data) nel quale si possono osservare diverse persone cantare, bere e divertirsi sulle note di In the Navy, canzone dei Village People. A parlarne per primo è stato un articolo di LaRepubblica, nel quale si sostiene che i protagonisti del video sarebbero tifosi dell'Hellas Verona (facendo apprezzare nelle immagini la presenza di bandiere gialloblu), i quali però sarebbero intenti a cantare la loro "particolare" versione del ritornello: «Niente negri...lalalalalala-la, niente negri». Di qui sono quindi nate le ennesime rimostranze contro la presunta «gazzarra» dei tifosi veronesi e la "notizia" è stata poi ripresa alla lettera anche da altri giornali nazionali, tra i quali ne segnaliamo, per brevità e par condicio, solamente due: Il Fatto Quotidiano e Il Giornale.

I primi dubbi: «pien de» diventa «niente»

Ora, già ieri avevamo avanzato pacatamente alcuni dubbi. Su tutti l'effettivo contenuto del coro: ad un ascolto nemmeno poi così attento, appare infatti in modo decisamente inequivocabile, se non altro per chi abbia una minima affinità con il dialetto veronese, che le parole intonate nel video all'interno del bar paiono essere differenti dal virgolettato riportato dalla stampa nazionale: «Pien de negri...lalalalalala-la, pien de negri». Insomma, dal «pien de» si sarebbe passati con un sottile eppur decisivo slittamento fonetico al «niente», il che già di per sé qualche riflessione potrebbe indurla. Archiviato infatti il tema della presunta «nientificazione» dei «negri», resta il problema di capire qual strano senso recondito avrebbe mai potuto avere il coro «pien de negri». Confessiamo di non avere una risposta certa (il che non impedisce a ciascuno di formulare liberamente la propria interpretazione).

L'epilogo (?)

La vicenda parrebbe oggi essere arrivata ad una nuova ipotetica svolta. Anche in questo caso ad essere protagonista è una parola, per la precisione il vocabolo incriminato: «negri». Ed anche in questo caso si sarebbe dinanzi ad un sottile eppur decisivo slittamento di senso: la lettera «n» di «negri» crescerebbe infatti in dimensione ed importanza, facendosi «N» e la parola «negri», da "nome comune" diventerebbe un "nome proprio", trasformandosi così in «Negri», cioè a dire il cognome di una persona. Tale persona sarebbe stata nel locale dove il video della discordia sarebbe stato girato, in quanto proprio in quella circostanza (risalente ad anni fa secondo quanto si apprende) le numerose persone presenti sarebbero state intente a cantare e bere birra per festeggiare il compleanno del signor «Negri», o forse signor «De Negri» (anche per la lettera "d" potrebbe esservi infatti stata la medesima sorte). Dunque, The Importance of Being Negri, o tutt'al più The Importance of Being De Negri. Pertanto, il coro cantato sulle note dei Village People andrebbe trascritto correttamente, lasciando margine alla duplice interpretazione, in questo modo: «Pien de/De N/negri...lalalalalala-la, pien de/DeN/negri». 

A dar seguito a tale ipotesi vi sarebbe poi anche una fotografia, divulgata sui social, secondo quanto riportato anche in un articolo odierno del Corriere del Veneto, dallo stesso locale dove sarebbe stato in precedenza registrato il video posto alla base di questa storia di polemiche. Nella foto si può vedere un "uomo di colore" reggere un cartello in mano, sul quale si può apprezzare la scritta: «Al (nome del bar ndr) non sono razzisti! W i butei dell'Hellas». Convinto sostenitore di tale spiegazione della vicenda parrebbe essere il consigliere comunale di maggioranza Andrea Bacciga, il quale sul proprio profilo Facebook ha scritto il seguente commento:

«In questo video, peraltro di qualche anno fa, - ha scritto il consigliere  Andrea Bacciga -  si stava svolgendo una festa di compleanno di uno che si chiama di cognome "Negri". Le persone cantano "pien de Negri", prendendo in giro il festeggiato, non "niente negri"».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Quando il «pien l'è udo», o l'importanza di chiamarsi Ernesto

VeronaSera è in caricamento