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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

La storia di Hennadiy, partito da Verona dopo essersi licenziato per aiutare il popolo ucraino

«È stato un gesto istintivo quello di licenziarsi da un posto sicuro. Ma non potevo fare altro. Devo aiutare il mio popolo», ha spiegato l'uomo di 52 anni

Hennadiy Kharchenko ha 52 anni e da 20 risiede in Italia, nello specifico è un cittadino ucraino che abita a Verona. Dopo aver visto la sua nazione sotto attacco da parte dell'esercito russo, nonché i fitti bombardamenti che stanno colpendo il suo paese d'origine, non ha esitato a licenziarsi dal lavoro per iniziare a viaggiare tra l'Italia e la Polonia, cercando di prestare soccorso ed aiuto ai profughi in fuga. La sua storia è stata ripresa quest'oggi anche dall'Ansa che lo ha raggiunto per raccogliere la sua testimonianza: «È stato un gesto istintivo quello di licenziarsi da un posto sicuro. Ma non potevo fare altro. Devo aiutare il mio popolo. Il mio titolare ha capito, anzi, mi ha dato una mano per organizzare la raccolta».

Tutte le informazioni utili per prestare aiuto alla popolazione ucraina attraverso i canali ufficiali nella provincia di Verona​

Hennadiy lavorava in una ferramenta, mentre ora assieme ad un amico che attualmente è in pensione e in precedenza faceva il trasportatore, nonché con la figlia di quest'ultimo, ha già raggiunto il confine tra Polonia, Bielorussia e Ucraina. In particolare è giunto a Khelm, una delle frontiere più a nord dove ha scaricato quasi due tonnellate di materiali: si va dai medicinali, al vestiario, oltre a generi di prima necessità. Il tutto è stato donato a un'associazione umanitaria ucraina che li porterà a Charkiv. Qui ad attendere quest'aiuto prezioso ci sono circa 500 persone che da giorni sono rifugiate nei sotterranei di una chiesa.

«Da lì, dal confine - ha raccontato sempre all'Ansa - abbiamo visto passare una colonna infinita di pullman e auto stra-cariche di gente in fuga, disperata. Ho ricevuto centinaia di aiuti da tutti - ha concluso Hennadiy  - Gli italiani, i veronesi, sono straordinari».

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