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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Bussolengo / Località Figara

Verona, viene licenziata per "troppe assenze in malattia": ora è stata reintegrata. "Era mobbing"

La donna, dopo anni di cure agli scimpanzè nel Parco "Natura Viva" di Bussolengo, si era assentata a lungo perchè dopo una breve convalescenza l'avevano demansionata e l'ambiente era profondamente cambiato. Il giudice ordina di ridarle il lavoro

“Troppe assenze per malattia”. E così era stata licenziata salvo poi venire reintegrata dal giudice perché vittima di “mobbing” sul luogo di lavoro. Dal 2000 la donna, veronese, si occupava di gestire gli scimpanzé nati nel Parco “Natura Viva” di Bussolengo. Un lavoro noto, il suo, che le aveva fatto guadagnare stima e articoli di giornali in qualità di “mamma” degli scimpanzé in cattività e trascurati dalle madri biologiche. I problemi cominciarono nel 2008, come spiega L'Arena. Ovvero quando si ammalò e venne costretta a rimanere in convalescenza per qualche giorno. Al suo rientro, come ricostruito in aula, trovò un ambiente di lavoro trasformato.

Secondo il giudice, che ha annullato giorni fa il licenziamento, le vennero cambiate le mansioni e finì a dare da mangiare fieno ai rinoceronti. Viste le difficoltà incontrate al Parco, che le causarono stress, rimase poi assente per un lungo periodo e nell’ottobre 2012 i vertici della struttura le comunicarono l’intenzione di licenziarla per i troppi giorni di malattia. Lo zoo ora è stato condannato a reintegrarla e a versare una quota di risarcimento. Questo perché l’assenza dal lavoro, da gennaio a ottobre 2012, circa 284 giorni a cui si erano aggiunti i 153 del 2011, era dovuta alla depressione indotta dalla “condotta” del datore di lavoro. Si era configurato, come spiega il quotidiano locale, un episodio di “mobbing”. In aula il giudice avrebbe spiegato che erano diventati frequenti i rimproveri e che le mansioni di cura degli scimpanzé non erano più “adeguate” da parte della donna che se n’era occupata da anni. Altri guai sorsero in seguito ad una denuncia per diffamazione che la coinvolse assieme a un dipendente e al figlio (veterinario e direttore tecnico) . Quest’ultimo infatti avrebbe pubblicato sul profilo Facebook alcune immagini di animali morti con allegate critiche alle condizioni in cui erano tenuti in custodia. Lui ha dovuto risponderne con una multa di 20mila euro, mentre la donna e il dipendente (licenziatosi perché giudicava pesanti i comportamenti contro la “mamma degli scimpanzè”) sono stati assolti.

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