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Verona, l'università veronese inventa il primo test per identificare il morbo della "mucca pazza"

Risultato straordinario ottenuto dal team della Clinica neurologica: basta un semplice tampone nasale, senza alcun intervento invasivo. Il centro scaligero è l'unico punto al mondo in cui si puà effettuare

“La medicina a Verona e nel Veneto continua a mietere successi e a confermare una tradizione senza eguali non solo nella clinica ma anche nella ricerca. Ne è prova evidente il lavoro di enorme importanza sul primo test per scoprire il morbo della “mucca pazza” fatto dall’eccezionale team della Clinica neurologica dell’università di Verona e pubblicato sulla prestigiosa rivista “New England Journal of Medicine”. Lo afferma Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto che si complimenta con il team di ricercatori coordinato da Gianluigi Zanusso. Il test prevede un tampone sulle mucose nasali e la clinica veronese è l'unico centro al mondo dove attualmente è possibile eseguirlo senza ricorrere allo studio dei tessuti in sede di autopsia. Attraverso un fibroscopio si può raggiungere la fine della cavità, dove sono localizzati i neuroni olfattori. Un prelievo del tutto indolore e che non comporta alcun disturbo. La malattia è conosciuta come Creutzfeldt-Jakob (Mcj).

“Il Veneto è orgoglioso di voi e vi ringrazia per la straordinaria competenza, la dedizione e il sacrificio – sottolinea Zaia -  che sappiamo essere parte integrante del vostro lavoro che tante ricadute può avere nel fronteggiare con più possibilità di riuscita non solo il terribile morbo della “mucca pazza” ma anche quelli di altre terribili malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Azheimer”. In ambedue queste ultime patologie, il "brushing" delle mucose nasali permette di identificare i segni e di intervenire con terapie in grado di fermarne l'evoluzione.

“Siete un esempio magnifico da additare ai nostri giovani perché coniugate genio scientifico e passione di medici in un’attività di ricerca che è al servizio della salute dell’uomo e della possibile guarigione di patologie purtroppo molto diffuse”. La ricerca è stata svota in collaborazione con i ricercatori del "National institute of health" di Hamilton, in Montana (Usa).

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