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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Stazione / Piazzale XXV Aprile

Verona, da Napoli la truffa del "pacco" arriva sotto l'Arena: due 30enni in manette

Abbordavano passanti con iPad e iPhone a basso prezzo ma al momento opportuno sostituivano la borsa. Il raggiro ha funzionato fino a quando non hanno abbordato l'amica di una ragazza truffata in precedenza

Chi fosse convinto che le scene del film diretto da Nanni Loy “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” si potessero riproporre soltanto alle pendici del Vesuvio si è ricreduto quando ha visto un 34enne e un 33enne residenti a Napoli tentare di compiere il raggiro sotto il balcone di Giulietta.

I due erano anche riusciti nel loro intento, facendosi consegnare da una 22enne della Repubblica Domenicana 600 euro in cambio di una custodia per personal computer contenente un presunto iPad e di un iPhone. Inutile precisare che all'interno della borsa, abilmente sostituita dai due "prestigiatori", c'erano solo dei giornali. Seguendo il titolo del film, dopo il "pacco", però, non è riuscito quello "doppio". Sventurati due truffatori, verrebbe da dire: a caccia di nuove vittime, hanno infatti abbordato una connazionale della prima truffata, convinti che le due non si conoscessero.

Si sbagliavano. La seconda, di 39 anni, dopo aver accettato l’incontro per l’acquisto, aveva saputo di quanto successo alla sua amica e si era recata dai carabinieri. Dopo un breve servizio di osservazione, i militari dell’Arma hanno colto in flagranza di reato i truffatori che, dopo essersi fatti consegnare 500 euro in cambio di altri due presunti iPhone, si stavano allontanando a bordo di un’auto intestata a un 61enne della provincia di Avellino. Bloccati e condotti in caserma, è scattata la perquisizione dell’auto: ritrovate tre borse per personal computer, già attrezzate per altre truffe, un iPad e tre iPhone, nonché 300 euro. Tutto sequestrato.

Arrestati per truffa in concorso continuata i due si sono presentati giovedì mattina davanti al giudice del Tribunale di Verona e, a conclusione del giudizio per direttissima e su conforme richiesta delle parti, sono stati condannati a 8 mesi di reclusione e a 300 euro di multa, beneficiando della sospensione condizionale della pena.

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