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Cronaca Cerea / Via Roma

Verona, 38enne pestato dai carabinieri dopo l'arresto: la Corte di Strasburgo condanna lo Stato

La storia del veronese Dimitri Alberti di Cerea, che 4 anni fa era stato fermato al bar "Tiffany" e aveva denunciato di essere stato ammanettato e malmenato. Il Tribunale europeo: responsabilità anche ai giudici. Lui ora è in stato vegetativo

Un intervento d’emergenza dei carabinieri al bar “Tiffany” di Cerea, la mano pesante dei carabinieri e le gravi conseguenze riportate sul corpo dell’arrestato. Dimitri Alberti, 41 anni, da marzo 2010 è ricoverato in stato vegetativo al Centro riabilitativo di Marzana dopo un’ischemia giunta mentre era detenuto nel carcere di Vicenza. Non saprà di aver avuto la giustizia che tanto cercava. Il suo caso è finito alla Corte di Strasburgo che ha condannato lo Stato a risarcire il malcapitato veronese con 15mila euro per danni morali. Una sentenza che fa discutere e che arriva per fare chiarezza dopo che la Procura di Verona, secondo il Tribunale europeo, non avrebbe condotto indagini approfondite sul caso. In particolare nel verificare le esatte responsabilità delle Forze dell’ordine a seguito dell’arresto avvenuto l’11 marzo di quattro anni fa.

Alberti aveva denunciato un pestaggio subito dai carabinieri: aveva poi dichiarato in aula, in sede di convalida dell'arresto, di essere stato malmenato dopo essere stato ammanettato dietro la schiena con l'accusa di minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Il referto medico parlava di tre costole rotte e un ematoma al testicolo sinistro. Traumi che, secondo la sentenza e a differenza di quando dichiarato dai carabinieri veronesi al giudice, non avrebbe potuto infliggersi da solo e non sarebbero compatibili con un uso “legittimo” della forza. La Procura, dopo l’arresto, aveva però archiviato la denuncia dell’allora 38enne. Per questo, grazie alla battaglia imbastita dal suo legale, la Corte di Starsburgo imputa responsabilità anche ai giudici penali di Verona perché non avrebbero approfondito bene la questione. Spiega L’Arena, citando l’avvocato, che

«Secondo i giudici di Strasburgo la magistratura non ha condotto un'inchiesta effettiva per verificare se la denuncia di maltrattamenti di Alberti fosse corroborata dai fatti», precisa l'avvocato. «In particolare è sottolineato che i giudici italiani hanno tra l'altro sposato la tesi di un uso appropriato della forza da parte dei responsabili delle forze dell'ordine, concentrandosi su quanto era successo durante l'arresto, invece che su quanto è accaduto dopo».

Alberti nel frattempo è stato riconosciuto invalido al 100% e necessita di assistenza 24 ore su 24. Da Strasburgo hanno quindi accolto la tesi dei suoi avvocati: “Una sentenza importante che stabilisce la violazione della Convenzione che si basa sul principio per cui nessuno “può essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani o degradanti”. La decisione dei giudici europei, tuttavia, non farà riaprire il caso in Italia ma una qualche rivalsa almeno c'è stata.

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