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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Verona, traforo delle Torricelle, tutto da rifare: l'Anticorruzione boccia il progetto. "Serve nuova gara"

Il Passante Nord non partirà nemmeno a una sola "canna" avanzato dai promotori dell'opera: decisivo il parere dell'autorità presieduta da Raffaele Cantone. Il Comune: "Ci hanno avvisato 8 mesi dopo la richiesta"

Traforo delle Torricelle, tutto da rifare. Una tegola caduta tra capo e collo sull’amministrazione comunale, dopo decenni di discussione sul Passante Nord. Due sono ora le "soluzioni". Secondo quanto riferito in una nota dall'assessore alla Viabilità di Verona, Enrico Corsi, dopo il parere ricevuto dall'Anac, l’Autorità anticorruzione, e richiesto nell'aprile scorso era stato dato mandato agli uffici comunali di inviarlo al soggetto promotore dell’opera, che potrà portare o al proseguimento dei lavori secondo la procedura originaria o all’avvio di una nuova gara pubblica (il cui espletamento richiederebbe circa 6 mesi) che consenta la partecipazione anche di altri competitor secondo la nuova modalità.

“Secondo il parere dell'Anac - spiega Corsi - ricevuto dopo quasi 8 mesi dalla richiesta, il Piano economico finanziario nonché i termini e le modalità di esecuzione del project financing per la costruzione e gestione dell’anello circonvallatorio con traforo delle Torricelle, non possono essere modificati rispetto alle procedure di gara già adottate dal Comune e quindi la proposta al Comune del soggetto promotore di realizzare l’opera in due fasi temporali successive e distinte non sarebbe legittima. A novembre 2013, infatti, il soggetto promotore dell’opera, Rete temporanea di imprese Technital Spa, ‘in considerazione delle mutate condizioni del mercato finanziario a causa della grave congiuntura economica che ha interessato ogni settore economico del Paese”, aveva proposto al Comune di Verona - pur precisando “di non voler modificare nessuna caratteristica qualitativa/quantitativa dell’opera’ di variare le modalità attuative del progetto, al fine di garantirne la sostenibilità economico-finanziaria. In particolare, quindi, gli interventi sarebbero stati distinti in due fasi successive: nella prima sarebbe stata realizzata una galleria a doppio senso di marcia, rinviando ad un secondo tempo, dopo un inizio di gestione dell’opera, il completamento dell’infrastruttura con una seconda galleria, affiancata alla prima".

Il progetto del traforo delle Torricelle, proprio per i costi molto elevati di realizzazione, era stato "dimezzato" a una sola canna (delle due previste di gallerie) dalla Rti Technital "per garantirne la sostenibilità economica". In pratica l'azienda avrebbe avviato la strada a pagamento con una sola galleria e, dopo aver incassato i primi denari dalla gestione, sarebbe poi passata a realizzare l'altra "canna". Ora è tutto da rifare ma l'opposizione, con il Partito Democratico in prima fila, canta già vittoria: "Non c'erano i soldi per realizzarlo, ne' dai privati ne' dalle banche. La gara non sarebbe potuta nemmeno essere promossa. Avevamo ragione".

LA REAZIONE DEL COMITATO DEL NO - "Non c’è alcun obbligo di accettare nel nuovo bando le condizioni di Technital e non c’è addirittura alcun obbligo di realizzare l’opera nel suo complesso - spiega Alberto Sperotto, portavoce del Comitato di cittadini contro il traforo -. Di certo non è questo il momento di mettersi a correre dopo tanti stop and go dovuti assai poco alla burocrazia e molto invece alla incerta solidità della cordata promotrice e alla scarsa sostenibilità del progetto. Troppe cose sono ancora da chiarire in merito al traforo dimezzato, in primis la effettiva disponibilità delle banche a finanziare sia il primo stralcio che il secondo. Vanno ridiscusse le tariffe, le modalità di cantierizzazione, la convenzione, i costi. Vorremmo capire, giusto per fare un esempio comprensibile a tutti, quanto sia accettabile pagare un pedaggio doppio rispetto all’autostrada per utilizzare una strada a due sole corsie".

Continua Sperotto: "Va finalmente chiarito che la proposta dell’attuale concessionario prevede di mettere a soqquadro con una devastante e infinita cantierizzazione per almeno dieci anni tutto l’intero tragitto di 13 chilometri del Passante. L’amministrazione a suo tempo ha dichiarato l’opera di pubblica utilità sulla base di una valutazione che teneva conto dei tempi di esecuzione e dell’impatto ambientale e ora non è affatto vincolata ad un progetto a immagine e somiglianza della Salerno-Reggio Calabria. E nessuna città può subire la prospettiva di un futuro così inquietante e grigio senza essere prima informata, sentita, ascoltata. Fuori le carte, quindi, prima di tutto, a cominciare dal parere dell’Anticorruzione, che va assolutamente visto, e dai progetti. Se proprio si vuole fare l’opera, si parta con un confronto serio e aperto con la città valutando anche le alternative a un’autostrada in città".

IL PARTITO DEMOCRATICO - "La bocciatura del traforo a due tempi fa tabula rasa di tutte le politiche dell'amministrazione Tosi in tema di mobilità cittadina - segnalano Michele Bertucco, capogruppo Pd in Consiglio comunale, e Marco Burato, vicesegretario provinciale -. Ricordiamo, tra le più importanti, l'estensione della Ztl a Veronetta e il parcheggio scambiatore di Cà di Cozzi atteso dal filobus che si sarebbe dovuto realizzare proprio con il traforo. La sfrenata superficialità e la disorganizzazione di questi amministratori, che si rivelano incapaci di attuare perfino una misura elementare come la chiusura di una finestra ztl in centro storico, li condanna a lasciare la città in condizioni peggiori di come l'hanno trovata nel 2007, con una viabilità sempre più insostenibile, il trasporto pubblico ormai ridotto al lumicino, una rete di piste ciclabili mai completata".

I CINQUESTELLE - “Quanti soldi sono stati tolti alle tasche dei veronesi per questo progetto, sotto forma di consulenze e di tempi amministrativi? - domanda invece il deputato del Movimento 5 Stelle, Mattia Fantinati -. Sarà mia premura raccogliere tutti i documenti necessari per quantificare queste perdite, e portare i risultati sui tavoli dei Ministeri competenti. Perché l’arroganza di pochi non può provocare danni ai cittadini, non può nemmeno essere un freno allo sviluppo della città. Questo traforo, infatti, non è certo sinonimo di sviluppo, ma di speculazione, di arricchimento di pochi ai danni di molti, di inquinamento per i nostri figli”. Gli fanno eco le dichiarazioni del consigliere comunale Cinquestelle, Gianni Benciolini: “Tosi ha fallito su tutti i fronti del suo programma elettorale. Quella del traforo è un'opera mastodontica, che costerebbe complessivamente un miliardo di euro, e in un momento di crisi come questo non è bancabile. Noi siamo felici che l'Anac abbia dato parere negativo alla soluzione di dividere i cantieri in due fasi distinte. A questo punto chiediamo l'immediato abbandono del progetto. È già costato diverse centinaia di migliaia di euro e un'infinità di tempo amministrativo. Una volta decretata la fine di questa scelleratezza ne chiederemo i danni erariali alla Corte dei Conti”.

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