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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Via Torricelle

Verona, traforo delle Torricelle: la telenovela non finisce. Emerge il problema dei finanziamenti

Spunta l'incognita sulle fideiussioni: le banche chiedono garanzie per la costruzione della seconda galleria, nel caso passino le modifiche sul dimezzamento. Il Comune preoccupato: "Esiste effettivamente il problema"

Se ne parla da almeno 30 anni e ancora la “telenovela” sul traforo delle Torricelle non sembra essere destinata a chiudersi. Anzi. Un altro problema è alle porte: quello che si suppone potrebbe nascere dalla fideiussione concessa dalle banche. Se ne è discusso in commissione Controllo in Comune, durante la valutazione sulle modifiche al progetto, attualmente al vaglio dello studio legale Cancrini di Roma. Al vaglio c’è l’ipotesi di partire con una “canna” sola, dimezzando, di fatto, il Passante. Questo per fare in modo che l’impresa realizzatrice, la Technital, arrivi ai primi incassi sui pedaggi senza attendere la consegna definitiva dell’opera. Prima una galleria e poi, entro sette anni, anche l’altra. Ed è qui che starebbe l’inghippo, come spiega L’Arena riportando le parole del membro della commissione, Luigi Castelletti,

«Per essere sicuro che le imprese realizzino la seconda parte dell'opera, come impone il progetto che ha vinto la gara, il Comune deve farsi dare una garanzia, e l'unica garanzia possibile è una fidejussione riscuotibile immediatamente. Per concedere la fidejussione però le banche chiedono una garanzia praticamente di pari importo. Ma se Technital vuole fare il lavoro in due fasi proprio perché quei soldi non li ha, come farà a dare quasi gli stessi soldi in garanzia alle banche?».

Le idee sul dimezzamento del traforo prevedono che si decida sulle modifiche entro l’estate. E i casi sono due, come ha spiegato l’ingegnere Giorgio Zanoni, responsabile unico del progetto in Comune: modiche “sostanziali” o “leggere”? Nel primo caso, come spiegano i quotidiani locali, andrebbe fatta una nuova procedura di gara, con nuove progettazioni, bandi, altri costi, mentre nel secondo si potrebbe arrivare all’aggiudicazione definitiva del lavoro. Il rischio è stato annunciato dal consigliere dell’opposizione Castelletti (Gruppo misto) ma a quanto pare le preoccupazioni dell’amministrazioni ci sono tutte.

Corsi ha detto chiaramente che «si sta aspettando di capire fino in fondo se la nuova tempistica in due fasi sia una modifica lieve o una modifica sostanziale del progetto. Credo – ha aggiunto Corsi – che la risposta definitiva a questo dubbio l'avremo prima delle ferie estive: se sarà giudicata una modifica lieve, la legge ci consentirà di procedere; altrimenti è chiaro che si dovrà ripartire con una nuova gara d'appalto».

REAZIONI - Si annuncia ancora più serrata, dunque, la battaglia dell'opposizione in Comune sull'opera: "E' venuta meno ogni certezza e anche la baldanza della Giunta non è più quella di un tempo - spiegano Michele Bertucco, capogruppo Pd in Consiglio e
Marco Burato, responsabile veronese del Pd per Viabilità e trasporti‎ -. Si materializzano i dubbi che opposizione e comitati hanno sollevato fin dall'inizio riguardo la bancabilità dell'opera, la sua inefficacia a governare il traffico, la mancanza di trasparenza del procedimento (a tal riguardo mancano ancora le certificazioni antimafia), dubbi che l'amministrazione non ha mai voluto ascoltare né chiarire. Ma l'effetto-traforo rischia di trascinare con se anche altre opere. Alcune progettualità del Passante Nord sono infatti inestricabilmente collegate al filobus, a partire dal parcheggio scambiatore di Cà di Cozzi: senza i parcheggi scambiatore il filobus non si potrà fare, ed è ormai chiaro che il fallimento del traforo porterà con sé anche il fallimento del fil‎obus".

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