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Verona, ticket al Pronto Soccorso e codici bianchi: il rammarico dei medici

Continua la bagarre relativa all'aumento esponenziale dei codici bianchi nei Pronto Soccorso di Verona. Con l'introduzione del software, i medici vedono ridotta la loro discrezionalità

Non accenna a placarsi la diatriba sui nuovi criteri di assegnazione di codice colore ai pazienti del Pronto Soccorso. Con l'introduzione di una nuova griglia fissa e di un software che la applica, ora tutti i codici verdi assegnati dal triage diventano bianchi al momento della dimissione, a meno che non rientrino in uno specifico elenco. Ciò si traduce in una maggiore spesa per il cittadino che deve versare 25 euro di ticket, 25 euro di compartecipazione più le eventuali prestazioni, i cui prezzi variano.

Su L'Arena, esprime tutto il rammarico dei medici per questa situazione situazione Carlo Rugiu, vice presidente dell'Ordine dei medici di Verona: "Mi auguro che situazioni di questo tipo non rompano il patto di fiducia fra paziente e medico. Posso immaginare la reazione dei cittadini. Vedono i medici come degli esattori, e per questo mi domando: è stata fatta per tempo una informazione capillare e adeguata ai cittadini della nostra città? Forse un'informazione a monte, ossia negli studi dei medici di medicina generale e, non so, un'informativa negli uffici, negli ambulatori delle Ulss, a casa dei cittadini avrebbe evitato la rabbia e il malessere che si sono manifestati in questi giorni al Pronto soccorso. A livello nazionale le statistiche riportano queste percentuali di accesso ai Pronto soccorso: 1-1,5% di codici rossi, 13-16% di codici gialli; il restante degli accessi sono equamente distribuiti fra verdi e bianchi, con distinzioni labili e soggettive legate a molte variabili, in base al paziente e alle sue varie comorbidità croniche (cioè le altre patologie dalle quali è affetto). La decisione del codice da applicare alla dimissione è spesso delicata e difficile, e non può essere lasciata solamente ad un software. Il software ha una rigidità strutturale che, nella sua versione attuale, non permette al medico di apportare modifiche. Da qui la possibilità che si possa creare un eccesso di codici bianchi, i cui effetti si riflettono sul cittadino. Un esempio, per far capire come la decisione non possa essere fatta con un algoritmo. Si presenta al Pronto soccorso un ragazzo che è caduto in motorino. Ha abrasioni multiple alle braccia e alle gambe, ma non ha ferite da suturare o necessità di apparecchio gessato: è un codice bianco e deve pagare. Si presenta un signore che si è tagliato il dito con un coltello, in cucina: necessita di due punti di sutura e pertanto risulta esente dal pagamento. Io non so quale sia la soluzione, ma mi auguro che si possano apportare delle modifiche al software che permettano al medico di riacquistare una certa discrezionalità e quella capacità decisionale che fanno parte della sua dignità professionale".

Sempre su L'Arena, Rugiu conclude spostando l'attenzione su quale dovrebbe essere il ruolo di un medico, che non deve essere burocrate, nè tanto meno un esattore: "La professione medica non può essere regolamentata da una serie di norme che indirizzano l'iter diagnostico, ma è necessario che il medico faccia la sua parte riappropriandosi del ruolo che aveva in passato. Deve continuare ad agire secondo scienza e coscienza, ma nel suo lavoro deve sentire nel ministero della Salute e nelle Regioni un alleato e non un controllore o essere limitato nelle sue possibilità prescrittive".

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