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Cronaca Borgo Trento / Viale Caduti del Lavoro

Verona, "tentata estorsione", il prete ringrazia su Facebook: "Dio tocchi i cuori dei nostri persecutori"

I commenti di don Silvano Corsi dopo la notizia del processo a suo carico. Il pm ipotizza che avrebbe chiesto obbligatoriamente soldi per la benedizione dei defunti. Solidarietà dai suoi fedeli sul social network

"Dio tocchi i cuori dei nostri persecutori e ci dia consolazione". Con queste parole il sacerdote veronese don Silvano Corsi, accusato di tentata estorsione da un’agenzia di pompe funebri per le offerte richieste relativamente alle benedizioni nei funerali, ha deciso di ringraziare i fedeli che lo “seguono” anche su Facebook. Il parroco della chiesa del Santissimo Redentore, al cimitero monumentale, sarà trascinato in tribunale perché avrebbe preteso, alzando anche la voce al telefono, una somma in denaro per benedire le salme del caro estinto. Il caso è finito davanti al giudice per le indagini preliminari dopo le investigazioni degli inquirenti che si sono anche muniti della registrazione telefonica. La ditta di onoranze funebri, a inizio estate 2013, non riuscendo a giustificare la somma da richiedere ai parenti del defunto, aveva chiesto una mediazione con il prete. Al telefono quest’ultimo aveva parlato con la segretaria che si era spaventata perché ad un certo punto l’uomo di chiesa aveva alzato il tono della voce rispondendo che se volevano le celebrazioni all’indomani avrebbero dovuto “versare qualcosa”. All’origine dei fatti ci sarebbero state le somme richieste per la benedizione (un’offerta libera di poche decine di euro, al massimo 20).

Si attende ora il processo ma intanto il sacerdote ha voluto contattare online, nella maniera più semplice e diretta (tramite il social network Facebook) i suoi fedeli: “Grazie davvero alle tantissime persone che in questi giorni mi sono vicine, che pregano per me e che faranno forse anche qualcosa. Comunque io ho fiducia nella giustizia italiana e in quella veronese in particolare”. Non hanno messo molto ad arrivargli, così, attestazioni di fiducia e solidarietà: “Siamo tutti con te”, “Tieni duro”, Non sei solo” e via dicendo.

Ha ribadito così la fiducia nella “giustizia”. Pochi giorni prima, come spiega il Corriere Veneto, era arrivata la notizia sulla richiesta di processo a suo carico per tentata estorsione: “La verità emergerà” aveva spiegato, aggiungendo che “verrò a difendermi in tribunale per spiegare come sono andate le cose”.

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