Verona, stufo dei disguidi, stacca il contatore: non usa più il gas da due anni ma gli arrivano le bollette
La fornitura di metano era stata chiusa per alcuni conti in sospeso e subito contestati dall’uomo. La società gli chiedeva il pagamento di tredici bollette cvon importi che viaggiavano tra i 1300 e i 3500 euro per 20mila euro totali
Non apre più il gas da due anni ma le bollette gli arrivano “regolari”. E da pagare. Un piccolo mistero quello che aleggia attorno al caso di Lorenzo Fabbrici, titolare del “Ross Bar” di via Matteotti, a Legnago. La fornitura di metano era stata chiusa nel 2011 da Enel Energia per alcuni conti in sospeso e subito contestati dall’uomo. La società gli chiedeva il pagamento di tredici bollette cvon importi che viaggiavano tra i 1300 e i 3500 euro. Oltre 20mila euro di gas. Ma le proteste del proprietario avevano spinto Enel a riconteggiare i metri cubi di gas consumato e aveva riaperto i rubinetti.
Nel frattempo, però, Fabbrici era corso ai ripari e si era dotato di una pompa di calore per riscaldare il locale di circa 40 metri quadri. Dopo lo sblocco del metano aveva così richiesto la sospensione dell’erogazione. Ma le bollette continuano ad arrivargli. Per ultima quella di gennaio 2014, che Enel ha rilevato essere di 278 euro. Ma anche i tecnici, come spiega lo stesso titolare del bar a L’Arena, gli hanno dato ragione
«Secondo le stime dell'azienda», rimarca Fabbrici, «avrei consumato gas per 278 euro: tutto ciò non è assolutamente vero visto che anche i tecnici Enel hanno constatato che il contatore è fermo da due anni». Ogni volta, dopo le proteste, gli importi erroneamente addebitati vengono eliminati dalla stessa società. «Però la quota che mi viene detratta», aggiunge il barista, «non corrisponde mai a quella segnalata. La questione mi danneggia perché devo perdere continuamente tempo per esporre il mio caso». Il gestore a questo punto vuol vederci chiaro ed ha deciso di affidarsi all'avvocato Christian Chiarello per risolvere la questione una volta per tutte, compresa la richiesta per i danni subiti che il barista quantifica in 20mila euro mentre la società gliene vuole riconoscere solo 2mila.