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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Verona, studi superiori e poi basta: ai vertici degli enti veronesi meno della metà ha la laurea

La lunga lista degli amministratori delle municipalizzate del Comune dopo le polemiche del bando di ricerca del direttore di Atv. Da Acque Veronesi ad Amia, fino alla Fondazione Arena e l'Accademia di Belle Arti. Ecco chi sono

Solitamente se si apre una polemica a Verona poi se ne aprono altre di conseguenza. Come quella dei titoli di studio in possesso degli amministratori e dei dirigenti delle municipalizzate. E così alle discussioni nate per la nomina in Aptv di Patriza Dusi come amministratore unico (la “leghista senza curriculum” come è stata soprannominata) arrivano le corrosive affermazioni sul caso Atv-Zaninelli dei capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Michele Bartucco, e Consiglio provinciale, Lorenzo Dalai: “Ciò che lascia perplessi non è soltanto la mancanza del requisito della laurea (è un caso che Zaninelli abbia soltanto la laurea triennale mentre di solito nei bandi si intende la laurea magistrale?) ma il tentativo di ammantare di trasparenza delle scelte che trasparenti non sono mai state: Zaninelli infatti non è un tecnico, ma un fedelissimo della Lega e del sindaco che la politica del centrodestra ha mantenuto per anni nei posti di comando nelle Ferrovie e nelle aziende di Trasporto pubblico locale. Di qui viene tutta la sua esperienza maturata in materia. Risulta indagato per assunzioni sospette nell'ambito della Parentopoli nostrana e rinviato a processo per una questione di appalti. Se il possesso della laurea magistrale è un requisito importante per ricoprire posti di responsabilità nelle aziende pubbliche (e Atv è al 50% del Comune al 50% della Provincia), perché pagare una consulenza per escluderlo? In questo modo si dà davvero l'impressione di scrivere bandi ad personam”.

LA LISTA - Nella lunga lista compilata dal Corriere Veneto nomi e cognomi compaiono accanto a cariche ricoperte negli enti publici cittadini. Restando in ambito Atv, nel bando per la ricerca del direttore generale dell’azienda dei trasporti non è richiesta la laurea perché

 «Ci sembrava un paletto inutile e il parere legale ci ha confermato che non era necessario inserirlo come requisito», parola di Massimo Bettarello, presidente di Atv nel cui curriculum (pubblicato sul sito dell'azienda) alla voce «istruzione e formazione» si legge «diploma di ragioneria nel 1984» e, parentesi inclusa, «dal 2009 Scienze politiche e governo delle amministrazioni all'Università di Padova (in corso)».

I due esponenti del Partito democratico scrivono una nota a quattro mani in cui dichiarano che a “Zaninelli piace vincere facile”. “Metteremo il nome del potenziale vincitore della selezione per il “nuovo” direttore Atv - spiegano - in una busta chiusa che apriremo soltanto a procedimento concluso. Siamo sicuri di indovinarlo come abbiamo indovinato nel corso del 2012, quando Atv incaricò una società di ricerca di personale di procedere all'assunzione di due impiegati indicando requisiti d'età (uno dai 25 ai 30 anni, l'altro dai 40 ai 45 anni), titoli di studio e profili professionali fin troppo dettagliati”. Lui, sulle pagine del quotidiano locale, risponde per le rime

«Vero, ho una laurea triennale in Scienze amministrative, indirizzo in Governo delle amministrazioni e tesi sul "Trasporto pubblico a Verona". E allora? Direi che è un titolo di studi superiore a quello di chi ha voluto sottolineare il mio. In ogni caso per me parlano i risultati e cioè aver risanato l'azienda. In più lavoro da 20 anni nel trasporto pubblico locale e nazionale con incarichi di rilevanza ministeriale. Se Atv sceglierà qualcun altro non ci sarà alcun problema».

Ma l’accoppiata cariche-titoli di studio parla di molte personalità veronesi. Su 28 dirigenti considerati, solo 13 sono in possesso della laurea. Allora ecco il perito industriale Francesco Berton, balzato agli onori delle cronache come direttore generale di Atv dallo “stipendio d’oro” di 242mila e 558 euro nel 2013. E la già citata Dusi, che accanto al suo nome riporta di avere “studi in Economia gestionale”.

Massimo Mariotti, storico esponente della Destra veronese e presidente di Acque Veronesi, ha frequentato il liceo scientifico e si è iscritto a Giurisprudenza a Parma, illudendosi, come recita la biografia sul suo sito web, che “per un fascista sia più facile frequentare e dare gli esami in una città piccola e provinciale anche se nell'Emilia rossa”. Dalla destra proviene anche Andrea Miglioranzi, attuale presidente di Amia, che non nasconde di essersi fermato al diploma di ragioneria dopo aver provato a raggiungere la laurea in Lettere e filosofia.

In buona compagnia di ragionieri, Miglioranzi: con il presidente di Agsm, Paolo Paternoster e Damiano Monaldi, amministratore unico della SoLoRi Spa, l’agenzia di riscossione dei tributi che a Verona ha sostituito Equitalia. “Solo” alle Superiori è arrivato anche il sovrintendente della Fondazione Arena, Francesco Girondini e il presidente di Agsm Energia, Italo Bononi. Geometra è invece Stefano Pachera, arrivato a dirigere l’Accademia delle Belle Arti “Cignaroli”. Laureati in Giusisprudenza sono invece l’attuale presidente di Agec, Massimo Galli Righi e il direttore generale Maria Cristina Motta. Così come il dg di VeronaFiere, Giovanni Mantovani. Erminia Perbellini, ex assessore alla Cultura del Comune, laureata in Farmacia, ha preso la poltrona di presidente di Veronamercato. La chiosa, sulle pagine del Corriere Veneto, la fa il professore di Politica economica Federico Perali, dell’Ateneo di Verona

“Il messaggio è che non vale la pena d'investire nel capitale umano, ch'è poi il peggior messaggio che si possa dare alle future generazioni. L'Italia non è ancora interessata ad avere una società basata sul merito e nel Veneto tutto ciò è ancor più preoccupante perché è sempre stato un nostro problema culturale quello di far capire alle piccole imprese quanto sia importante investire nei giovani. Aggiungo che questo piccolo episodio dimostra la "distanza" che c'è fra l'università e la città»

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