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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza dei Signori

Verona, cortei nelle piazze dei lavoratori Riva e striscioni allo stadio

"I lavoratori della Riva Acciaio sono di Serie A come l'Hellas. Fateci lavorare!" durante il match Hellas-Sassuolo. Zanonato incontra il presidente dell'Ilva, Ferrante. Dipendenti veronesi in mobilitazione perpetua

La settimana "riparte con forza in tutti e 7 gli stabilimenti del gruppo Riva Acciaio". I presidi di fronte alle aziende "si trasformeranno in cortei in tutte le città interessate a partire dalle 9e30 di oggi". E' questo quanto avverrà soprattutto a Verona, dove è localizzata l'azienda più grande del Gruppo, dove sarà presente al corteo il segretario nazionale Fim Cisl, Marco Bentivogli. Continua dunque la mobilitazione di coloro che lavorano nello stabilimento, chiuso da giovedì dopo la decisione del gruppo siderurgico in risposta al blocco di parte dei beni della famiglia Riva disposto dalla Procura di Taranto. Da sabato è attivo un presidio ininterrotto, i lavoratori hanno trascorso la seconda notte davanti alla fabbrica e a breve una delegazione sarà ricevuta in municipio dal sindaco Flavio Tosi assieme ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Così, mentre nel capoluogo scaligero i lavoratori scendono in piazza un'altra volta nel giro di tre giorni, nella Capitale, a Roma, è stato fissato l'incontro tra il governo e i rappresentanti legali della Riva.

"Fare tutto il possibile perché la produzione nelle acciaierie Riva riprenda". E' con questo scopo ben preciso che lunedì 16 settembre il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, si siederà al tavolo con il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, che arriverà nel pomeriggio al ministero di Via Veneto nella veste di rappresentante di Riva Forni elettrici. Dalla sua il ministro ha le disposizioni della stessa Procura di Taranto, accusata dalla famiglia Riva di essere la colpevole indiretta dello stop degli impianti. Il procuratore ha infatti precisato con chiarezza che il sequestro riguarda solo una minima parte della ricchezza del gruppo Riva e che in nessun modo può compromettere l'attività produttiva degli stabilimenti sparsi per l'Italia.

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"Tutte le soluzioni necessarie saranno esaminate affinché la produzione riprenda e i dipendenti tornino a lavorare", ha ribadito il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, non escludendo quindi nemmeno l'ipotesi di commissariamento e ricalcando le parole già pronunciate nei giorni scorsi sia da Zanonato che dal premier, Enrico Letta, intervenuto in prima persona nella vicenda, definita ''kafkiana''. Lo strumento del commissariamento e' anche la strada esplicitamente invocata oggi dal ministro dell'Ambiente, Orlando che parla di una "ritorsione" dell'azienda.

LE SCELTE IMMEDIATE - Giovedì i Riva dovrebbero chiedere al ministero del Lavoro il ricorso alla cassa integrazione. Ammortizzatore che il governo ha già apertamente garantito per tutti i 1.400 dipendenti ''messi in libertà'' negli stabilimenti di Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria. La chiusura decisa dall'azienda di tutte le fabbriche in Italia interessa a Verona i 429 dipendenti, tra i quali 317 operai, della storica fonderia, l'ex Galtarossa. La Cig però non basta. L'esecutivo è intenzionato a riattivare la produzione e a non cedere a quello che gli operai e i sindacati hanno definito il "ricatto" del gruppo Riva. In ballo non c'e' infatti solo il futuro degli impianti della singola azienda ma un intero settore, strategico, dell'industria italiana. ''La siderurgia è una commodity - ha detto ancora Fassina - e non possiamo permetterci di tornare indietro. Quello che avviene è molto grave, se ci sono delle responsabilità vanno perseguite, non si può mettere a rischio la produzione''.

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Il dramma dei dipendenti del Gruppo, domenica scorsa, è approdato anche sui campi della Serie A. All'inizio della partita Verona-Sassuolo allo stadio Bentegodi è stato infatti esposto uno striscione con la scritta ''I lavoratori della Riva Acciaio sono di Serie A come l'Hellas. Fateci lavorare!''.

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