Hedda Gabler, al Teatro Nuovo va in scena l'ossessione per il successo
È uno dei capolavori dello scrittore poeta e regista teatrale norvegese Henrik Ibsen, famoso per aver innestato nel teatro la dimensione più intima della borghesia ottocentesca mettendone a nudo le contraddizioni
Per il suo secondo appuntamento la rassegna del Grande Teatro 20013-2014 propone un classico della drammaturgia teatrale: Hedda Gabler. È uno dei capolavori dello scrittore poeta e regista teatrale norvegese Henrik Ibsen considerato il padre della drammaturgia moderna per aver innestato nel teatro la dimensione più intima della borghesia ottocentesca mettendone a nudo le contraddizioni e il profondo maschilismo.
Hedda appartiene alla fase più squisitamente sociale della sua produzione assieme a : “Casa di bambola” , “Gli spettri” , “La donna del mare” e “Il costruttore di Solness”.
La commedia propone il ritratto di una donna forte, austera, dura forse anche cattiva, inquieta ossessionata dal successo agli antipodi dell’ideale femminile della sua epoca e condannata a vivere in una costante e profonda insoddisfazione che finirà per distruggerla chiusa in una spirale di egoismo, odio e gelosia.
L’attrice Manuela Mandracchia dà nella parte di Hedda una prova recitativa sorprendente per forza e intensità dipingendone i tormenti con laceranti esplosioni di grida soffocate, risate disperate e contorsioni in un alternarsi di scatti schizofrenici.
Il regista Antonio Calenda rende questo testo, drammaticamente attuale, avvolgendo la scena in una atmosfera lugubre e oppressiva dove la luce esterna non riesce a penetrare e dove è bandito tutto ciò che può essere gioia o lampi di vita.
Hedda Gabler di Henrik Ibsen da martedi 26 novembre a domenica 1 dicembre al Teatro Nuovo. Inizio ore 20.45