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Cronaca

Sciopero nazionale dei benzinai il 6 giugno, Verona incrocia le braccia

Presidente Adriano Baso: "La nostra iniziativa non è un muro contro muro: il dialogo è più importante della protesta"

Il 6 giugno si attuerà il primo sciopero della benzina indetto dall’Automobile Club d’Italia per lanciare un forte segnale di protesta contro i continui aumenti fiscali che gravano sui carburanti e più in generale sull’auto. "Gli automobilisti non faranno rifornimento il 6 giugno - ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club di Verona, Adriano Baso - per dire coralmente basta agli aumenti dei prezzi alla pompa, saliti di oltre il 20% in un anno. Il problema sta nelle troppe accise, che continuano a rappresentare la forma di tassazione preferita dallo Stato perché immediata, ineludibile e senza costi gestionali per l’Erario". Proprio sulle accise si apre una lunga discussione, dato che noi tutti versiamo l'IVA proprio su queste, pagando quindi la tassa due volte, una volta per il carburante, e una volta per l'accisa.


Il prezzo medio, con riferimento alla benzina, è aumentato dal 2009 a oggi del 54,7% così ripartito rispetto al prezzo medio
1.    costo del prodotto dal 31,7% al 62,8%
2.    margine al gestore inalterato al 4,4%
3.    margine lordo dal 14,7 al 13,9%
4.    ACCISA dal 56,4 al 70,4%
5.    IVA dal 20,6 al 30,9%.

Anche il prezzo medio del gasolio, nello stesso periodo di tempo, ha subito un incremento del 63,7%, così ripartito:
1.    costo del prodotto dal 32,5% al 65,8%
2.    margine al gestore inalterato al 4,4%
3.    margine lordo dal 15,2 al 16,8%
4.    ACCISA dal 42,3 al 59,3%
5.    IVA dal 18,0 al 29,8%.


L’ACI sottolinea l’insostenibilità economica e sociale dell’attuale pressione fiscale sui veicoli che ha scatenato una raffica di aumenti: una famiglia spenderà per l’auto nel 2012 1.680 euro in carburante, ai quali vanno aggiunti 715€ per l’assicurazione, 270€ per la manutenzione, 220€ per parcheggi e garage, 190€ per pedaggi, 120€ per le multe e un insieme di altri costi per un totale complessivo di oltre 3.500 euro a fronte dei 3.278€ del 2011.


"La nostra iniziativa non è un muro contro muro - spiega Baso - perché il dialogo è più importante della protesta per far comprendere al Governo la conseguenza delle scelte compiute sull’auto che stanno mettendo in ginocchio un settore strategico per il Paese. I dati 2012 indicano uno spaventoso calo delle immatricolazioni, ma quello che più ci preoccupa è l’aumento della disaffezione all’uso dell’automobile".
 

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