Verona, No a Motorcity e Traforo. Partono adesioni allo sciopero della fame
Gli organizzatori hanno aperto un blog in cui è possibile seguire l’iniziativa fino al 9 ottobre quando, in occasione dell’anniversario del Vajont è prevista una manifestazione regionale a Venezia
È iniziata la staffetta veronese di digiuno partita con l’iniziativa di don Albino Bizzotto dei "Beati i costruttori di pace". Sono quasi 50 i veronesi che hanno dato la loro disponibilità a digiunare o, come preferisce una parte di essi, ad effettuare lo sciopero della fame. Motivo è l'erosione o lo "stravolgimento" del territorio veronese con le grandi opere: dal Motorcity di Vigasio e Trevenzuolo al Traforo delle Torricelle. Gli organizzatori hanno aperto uno specifico blog in cui è possibile seguire gli appuntamenti che accompagneranno l’iniziativa fino al 9 ottobre quando, in occasione dell’anniversario del Vajont è prevista una manifestazione regionale a Venezia.
PASSANTE NORD, CONTINUA LO SCIOPERO DELLA FAME DI DON ALBINO BIZZOTTO
Spiegano i promotori dell'iniziativa tramite una nota: "E’ l’emergenzialità dell’assalto al territorio veneto, i cui dati sono stati ben richiamati nell’intervento di don Bizzotto al Consiglio Regionale del 3 settembre, alla base dell’azione di sensibilizzazione e protesta. Un consumo di territorio che stravolge i paesaggi e che è evidente e comprovata causa di dissesto e talvolta disastro idrogeologico. C’è urgenza di una presa di coscienza culturale, sociale, economica, religiosa e politica seguita da azioni precise".
A Longarone il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia aveva dichiarato che "in questo Paese abbiamo bisogno di costruire meno strade e di realizzare più opere di prevenzione idrogeologica. La vera sfida di civiltà per un territorio è quella di mettere in sicurezza i propri cittadini. Credo non sia facile districarsi a Roma su queste partite ma noi crediamo che il dissesto idrogeologico sia la vera partita da giocare".
