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Verona, scandalo Agec: No del Riesame. L'ex direttore generale rimane in carcere

Seconda perizia sull'appartamento di Bressanone al centro dell'accusa di corruzione tra l'imprenditore altoatesino Klapfer e il numero uno dell'azienda comunale: "Lo sconto di favore si aggira sui 90mila euro"

Anche il Tribunale del riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione. L'ex direttore dell'Agec, S.T. rimarrà dietro le sbarre a Montorio. In carcere rimane anche l'imprenditore altoatesino Martin Klapfer, mentre ai domiciliari ci sono i dirigenti dell'azienda comunale Francesca Tagliaferro e Davide Dusi. Non è stata concessa la revoca degli arresti e per ora le richieste si fermano qui, in attesa di procedere verso la via della Cassazione. Secondo quanto riportano i quotidiani locali, nell'udienza di mercoledì scorso, la discussione sarebbe stata piuttosto animata. il pm Gennaro Ottaviano avrebbe calato "l'asso", arrivando con una seconda perizia sul valore dell'appartamento di Bressanone.

E' il perno su cui ruota l'accusa di corruzione contestata all'ex direttore S.T.. Uno "sconto" sull'immobile, da parte dell'imprenditore Klapfer, di circa 90mila euro sul totale dei 308mila euro di appartamento e garage. Una somma a cui il consulente del pm è arrivato attraverso la stima degli alloggi vicini. Sia in base alla metratura dell'immobile, che dal prezzo versato dagli altri inquilini del palazzo. Non più, quindi,lo sconto tra i 150 e i 250mila euro, come aveva indicato nell'ordinanza di custodia cautelare il giudice per le indagini preliminari, Paolo Scotto di Luzio Il prezzo, secondo l'accusa, sarebbe stato rimodulato per ottenere un appalto su Fondo Frugose e nella fattispecie per arrivare alla vendita del 70% dei terreni. Nella commissione aggiudicatrice della gara, S.T. figurava come presidente. L'ipotesi di uno sconto così alto per l'appartamento, poi intestato alla figlia, è stata tuttavia profondamente contestata dall'avvocato difensore dell'altoatesino, dichiarando che il prezzo "di favore" si sarebbe limitato a 12 mila euro.

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Come spiega L'Arena, i giudici del Riesame hanno giudicato ammissibile anche l'accusa di turbativa d'asta e falso in atto pubblico. Quest'ultima sarebbe contestata, oltre che a S.T., anche ai funzionari ai domiciliari e a 5 dipendenti Agec. Al centro ci sarebbe il presunto scandalo sugli appalti delle mense scolastiche, circa 8 milioni di euro di valore, nel triennio 2013-2016. Resta da chiarire, poi, il ruolo eventuale che il dirigente Agec, Stefano Campedelli, ha avuto sulla vicenda culminata con gli arresti della Finanza a fine ottobre. Per ora, tramite i suoi legali, ha fatto sapere di essere estraneo a tutte le accuse che gli vengono contestate.

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