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Cronaca Povegliano Veronese / Via Roma

Verona, il ricordo di Gianmaria scalda i cuori. Folla in lacrime: "Proteggici sempre, sei soffio vitale"

Centinaia di persone per l'ultimo saluto al 17enne che sabato scorso ha perso la vita in un incidente mentre si stava recando a scuola in motorino. La mamma ringrazia tutti. Lo striscione per l'addio a "Tina"

Un ringraziamento a tutti i presenti e alle persone che sono state vicine anche solo con il pensiero per Gianmaria. A quelli che lo hanno soccorso per primi. Alle preghiere per lui. Ha trovato queste parole toccanti, mamma Miriam, salutando il suo “angelo” di 17 anni, volato in cielo dopo il terribile scontro con un’Audi, in prossimità di una rotonda a Povegliano Veronese. Gianmaria Tinazzi, stava andando a scuola in motorino quando ha sbandato, forse a causa dell’asfalto bagnato, ed è andato a finire contro l’auto, nella corsia opposta. Le celebrazioni per l’addio al giovane veronese si sono celebrate nella chiesa parrocchiale gremita di Povegliano Veronese. In prima fila, straziati dal dolore, mamma Miriam, papà Giorgio, la sorella Giorgia e il fratello Matteo, accompagnati dai parenti. Stretti in cordoglio gli amici, conoscenti, compagni di scuola, rappresentanti del Comune, insegnanti delle Medie e del liceo scientifico “Medi” che Gianmaria frequentava. Moltissimi i compagni di calcio. Tantissime persone accorse per salutare la famiglia, fare forze. Molte hanno dovuto assistere alla cerimonia sulle gradinate. Uno striscione è apparso sul sagrato per salutare “Tina”. Uno di quelli che scalda il cuore e commuove, come riporta L’Arena:

«Pensaci tu a far sorridere la Gio e Matteo dalle nuvole. Non è mai morto chi è nel cuore di chi vive. Hei Tina, ci hai visto da lassù? siamo tutti insieme e uniti per te, proteggici sempre. Ricordati di noi, sei il soffio vitale che ci mantiene uniti»

La cerimonia ha raggiunto il culmine con l’omelia del parroco, don Daniele Soardo e di don Emanuele Bortolazzi. Vicino all’altare anche un grande cartellone che raffigurava due occhi che il giovane aveva disegnato pochi giorni prima dell’incidente. Una lunga coda di amici hanno voluto parlare, portare le portare la propria testimonianza sulla vita passata con Gianmaria. Hanno parlato anche sorella e fratello, sono risuonate canzoni di Ligabue, il suo cantante preferito.

«Caro Gianmaria», gli si è rivolto il parroco, «sei stato un fiore delicato e profumato nella nostra terra. Ora sei nel giardino di Dio. Hai guardato a lungo il cielo e non solo gli occhi si sono tinti di cielo, ma ora tutta la tua vità è diventata cielo. Non ti possiamo trattenere qui in mezzo a noi, però ti chiediamo di guardare giù dall'alto dei cieli, di asciugare le lacrime e di farci coraggio». Nell'omelia anche il curato ha avuto parole di affetto e ha ricordato che «negli ultimi mesi Gianmaria continuava a disegnare occhi, occhi bellissimi, sguardi profondi come quello del suo ultimo disegno. All'asilo ho trovato un bambino che aveva il desiderio di vedere gli occhi di Dio. Ora Gianmaria quegli occhi non ha da disegnarli, li vede».

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