Caso Report, si gioca ad armi spuntate. Il Pubblico Ministero: “Le querele vanno archiviate”
Chiusa finalmente la questione, Ranucci ha agito in nome del diritto di cronaca e il sindaco Tosi viene "scusato" per le parole forti rivolte al giornalista. "Pieno di rabbia per un servizio ritenuto illegittimo"
Il sindaco Flavio Tosi e altri otto veronesi, tra cui Patrizia Badii e alcuni imprenditori accusati di essere vicino agli ambienti della ‘ndrangheta, hanno denunciato i giornalisti Sigfrido Ranucci e Milena Gabanelli di Report su Rai3 per diffamazione. Ranucci a sua volta ha denunciato il primo cittadino e Borsato, rei di aver usato parole forti nei suoi confronti in un “filmato trappola” girato a Padova. In questo gioco di accuse incrociate, come si legge sulle pagine de L'Arena, è intervenuto il pm Elisabetta Labate che ha sancito l’archiviazione di tutte le querele.
Per quanto riguarda la trasmissione Report, secondo il pm l’inchiesta si è svolta nel rispetto dell’etica giornalistica e le espressioni usate non ledono in nessun modo i soggetti coinvolti. Il dovere di un servizio pubblico infatti è quello cercare di fonti e notizie di interesse comune, quindi è inevitabile che possano verificarsi indagini anche su esponenti di spicco della scena politica.
Il limite della continenza non è mai stato travalicato: Patrizia Badii, a differenza della signora che aveva denunciato Marco Giorlo per avances sessuali, era a conoscenza della qualifica dell’intervistatore e i fatti relativi agli imprenditori, tra cui le cene in Calabria, sono realmente accaduti.
La denuncia che Ranucci ha rivolto a Tosi è fondata perché le parole usate sono veramente forti, ma bisogna tenere conto dello stato d’animo del sindaco che percepiva il servizio come ingiusto e diffamatorio. Il pm sancisce quindi la non punibilità del querelato e archivia la questione.